Progressi per la libertà religiosa, ma ancora cammino da percorrere
Mons. Parolin alla Radio vaticana al suo rientro dal Vietnam
Citta' del Vaticano - (AsiaNews)" Non si può negare che ci siano stati dei progressi" in materia di libertà religiosa in Vietnam, nei 15 anni trascorsi dall'inizio delle visite di delegazioni della Santa Sede nel Paese, pero' c'è "ancora molto cammino da percorrere". E' il giudizio espresso dal sottosegretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Pietro Parolin, rientrato dal Vietnam per la 13/ma visita di una delegazione della Santa Sede nel Paese, in un'intervista diffusa dalla Radio vaticana.
"La delegazione ha detto - è stata ricevuta con rispetto e direi quasi con cordialità, atteggiamenti che si è cercato di ricambiare. In più occasioni si è ribadito da parte vietnamita l'intenzione di lasciare indietro il passato e di guardare con fiducia al futuro e si è citata una recente risoluzione del Comitato centrale del Partito comunista, che considera i cattolici come cittadini 'a pieno titolo' del Paese ed assicura la volontà del governo di 'rispondere alle esigenze spirituali di quella parte della popolazione che professa una fede religiosa'".
Mons. Parolin ha poi sostenuto di ritenere che i colloqui con le autorità dell'Ufficio per gli affari religiosi "siano stati utili, anche se rimangono questioni in attesa di risposta. Con sorpresa ha aggiunto - siamo potuti andare in diocesi che non erano ancora state visitate dalla delegazione della Santa Sede: Xuân Lôc, la più grande del Paese, in cui i cattolici rappresentano circa il 30% della popolazione, e Ban Mé Thuôt, dove vivono una quarantina di minoranze etniche (i cosiddetti Montagnards) e dove, come è noto, ci sono tensioni".
La delegazione ha potuto celebrare la messa con i vescovi e con rappresentanti delle diverse componenti diocesane, "in un clima di profonda spiritualità e di intensa comunione ecclesiale". "Particolarmente commovente" è stata definita da mons. Parolin la visita alla cattedrale di Ban Mé Thuôt, prevista in forma privata; "al nostro arrivo abbiamo trovato la chiesa quasi gremita di fedeli che si erano radunati spontaneamente dopo aver saputo della presenza della delegazione".
Quanto al delicato tema della libertà religiosa, il diplomatico ha sottolineato che "dalle prime visite della delegazione della Santa Sede ad oggi sono passati ormai quindici anni e non si può negare che ci siano stati dei progressi. Abbiamo saputo che in alcune regioni le autorità hanno chiesto la collaborazione delle religiose nella cura degli ammalati di Aids; altrove è stata data l'autorizzazione a nuovi ingressi in Istituti religiosi. Credo, però, che ci sia ancora molto cammino da percorrere. E' da auspicare, pertanto, che con il dialogo cresca la fiducia e si comprenda che la Chiesa cattolica chiede solo di poter esercitare liberamente la sua missione, ponendosi generosamente al servizio del Paese e dei suoi abitanti".
Mons. Parolin ha poi confermato che uno dei temi trattati con le autorità governative è stato quello della nomina dei vescovi che, "a causa delle note circostanze, segue attualmente in Vietnam una procedura eccezionale, nella speranza che si giunga alla normalizzazione anche in questo campo. In questa ultima visita non sono mancati risultati che saranno resi noti al momento opportuno".
L'impressione complessiva avuta da mons. Parolin sulla Chiesa in Vietnam è che essa sia "piena di vitalità e di entusiasmo, fiorente di vocazioni sacerdotali e religiose, consapevole della sua missione di annunciare il Vangelo e di vivere la comunione, inserita nella realtà del Paese e desiderosa di servire il bene comune".
23/08/2019 12:48