16/01/2006, 00.00
INDONESIA
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Profughi e medici nelle Molucche, le ultime vittime della corruzione

Nonostante gli ingenti aiuti economici arrivati, i profughi tornano dopo il conflitto interreligioso, ma non trovano le case promesse dal governo; un ospedale statale non paga i medici perché "non ci sono abbastanza fondi".

Ambon (AsiaNews) – Profughi dalle Molucche che tornano nei loro villaggi e non trovano le case promesse dal governo e medici che scioperano per salari arretrati. Sono due conseguenze di uno stesso problema: la diffusa corruzione in Indonesia, tra i primi 20 Paesi più corrotti al mondo (Rapporto 2005 di Transparency International). A denunciarlo è il Centro di crisi della diocesi di Amboina, che nel suo ultimo rapporto sulla situazione nella provincia delle Molucche, presenta le due notizie come "recenti esempi di un fenomeno le cui conseguenze è difficile spesso registrare in modo completo tanto è esteso e frequente".

Più di mille persone - emigrate in seguito agli scontri tra cristiani e musulmani nelle Molucche - sono tornate nei villaggi di Lamaha e Haturapa, Ceram ovest, ma non hanno più case. Il governo locale, che aveva promesso loro aiuti per la ricostruzione delle abitazioni distrutte, adesso nega ogni responsabilità spiegando che è l'amministrazione provinciale a dover rispondere della questione. Al momento i profughi rientrati si sono sistemati negli spazi dell'ex mercato, in gravi condizioni igieniche e alimentari. Erano scappati durante il conflitto interreligioso che tra il 1999 al 2001 ha causato nella zona 5 mila morti e mezzo milione di profughi. In questi anni sono arrivati miliardi di rupie per gli aiuti ai profughi, che non ne hanno beneficiato in nessun modo. Sono pochi quelli che hanno ricevuto del denaro, ma sempre in quantità minore di quella promessa.

Soldi che mancano all'appello anche nelle strutture ospedaliere statali. Di recente il personale medico dell'ospedale "Chasasn Bosoiri", a Ternate, nord delle Molucche, hanno scioperato contro il mancato pagamento degli ultimi 4 mesi di lavoro, giustificato dalla direzione con un generico "non ci sono abbastanza fondi per pagare i salari…".

Il Centro della diocesi di Amboina conclude ricordando che questi sono solo alcuni dei numerosi casi provocati dalla corruzione, su cui però i "mass media spesso non danno sufficiente informazione anche per la difficoltà di registrare tutti gli episodi di una pratica così diffusa".

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