Profughi di guerra Tamil: l’India invia esperto del governo in Sri Lanka
New Delhi (AsiaNews) – L’India invierà un esperto del ministero degli Affari Esteri nello Sri Lanka settentrionale e orientale per accertare come procede il ritorno a casa e il reinsediamento dei molti Tamil profughi per la lunga guerra civile. Il premier indiano Manmohan Singh lo ha annunciato a Karunanidhi, Capo Ministro del Tamil Nadu, con una lettera del 22 luglio. P. Santhanam, gesuita , spiega ad AsiaNews gli stretti rapporti tra i 2 Stati e tra le loro popolazioni di etnia Tamil e mostra scetticismo verso la proposta indiana.
Singh dice nella lettera che la missione è motivata proprio “per il nostro assiduo interesse e per l’importanza che attribuiamo alla questione” del reinsediamento dei profughi. La lunga guerra civile ha causato la fuga di interi villaggi, centinaia di migliaia di persone hanno vissuto per anni in campi profughi, ma ora il loro ritorno a casa è lungo e difficile, perché hanno perso tutto e il governo destina fondi limitati per aiutarli. Il funzionario indiano, inoltre, incontrerà l’Alto Commissario indiano nello Sri Lanka e le autorità locali.
In precedenza, Karunanidhi il 17 luglio aveva inviato a Singh una lettera chiedendo un intervento diretto dell’India per aiutare il reinsediamento.
Il gesuita padre Santhanam, che abita a Madurai (Tamil Nadu), spiega ad AsiaNews che “Sri Lanka e India cercano di dire al mondo che nello Sri Lanka ogni cosa è ora normale, ma non è così. Se così fosse, non ci sarebbe motivo per lo Sri Lanka di opporsi alla visita di una commissione delle Nazioni Unite. Politici dello Sri Lanka, anche ministri, hanno dimostrato a Colombo davanti all’ufficio dell’Alto Commissario Onu, ma l’India è rimasta in silenzio. Ora l’invio di questo funzionario indiano non porterà miglioramenti, sarà solo un ospite del governo cingalese”.
“Il governo indiano, se è sincero e vuole davvero conoscere l’attuale situazione nel Paese, può mandare un gruppo di attivisti per i diritti umani”.
“La mia preoccupazione è che la visita di un funzionario non serva a trovare soluzioni, ma piuttosto ad aiutare il governo cingalese a uscire dalla crisi con le Nazioni Unite. Non ad affrontare davvero questioni internazionali”. "La propaganda proclama che i Tamil profughi di guerra hanno lasciato i campi e sono tornati a casa. Ma la realtà è che i Tamil non sono stati reinsediati nelle zone di provenienza, ma in altri campi profughi. Chi era nei campi di Vavunia e Jaffna ora è tenuto in un altro campo vicino a casa. Per creare una zona di alta sicurezza, le terre dei Tamil sono suddivise. In distretti come Mullai Thhevu, Vavunia, Mannar e Kilinochi il governo ha sequestrato circa 10mila acri di terra e sono stati realizzati insediamenti militari permanenti e case per farci vivere i militari con le famiglie. Nelle zone dei Tamil, l'amministrazione è militarizzata. Inoltre molti profughi Sinhala sono reinsediati in arere con tradizione Tamil. In questo modo il governo farà diventare i Tamil un gruppo di minoranza, che non sarà nemmeno in grado di eleggere propri rappresentanti al parlamento per far udire la sua voce".
“Se davvero il governo indiano vuole affrontare la situazione [dei profughi Tamil] non occorre inviare un funzionario statale, ci sono già relazioni dirette tra i due Paesi”.