Profughi di Jaffna resistono a trasferirsi nel nord
Altri musulmani dell’Idp aggiungono: “Il governo non dovrebbe guardarci o considerarci come i profughi della guerra conclusasi due anni fa. A Puttalam ormai conduciamo una vita tranquilla da 20 anni: abbiamo un lavoro, i nostri figli vanno a scuola, molti si sono sposati e a loro volta stanno costruendo il loro futuro qui”. E concludono: “Non possiamo cadere ancora una volta dalla padella alla brace… Anche a noi piacerebbe far ripartire le nostre vite lì, nei nostri luoghi d’origine: ma non possiamo passare di nuovo una vita di miseria”.
Suvarkhan continua: “Nel 1990 erano 4mila le famiglie sfollate da Jaffna, Chavakkachcheri, Wattakkachch e Killinochchi. Adesso, il numero delle famiglie è salito a 7mila”.
Il responsabile spiega infine che c’è un serio problema di numeri: nel 1990 a Jaffna c’erano 1.750 case per 2mila famiglie registrate. Nel tempo però, circa 300 famiglie hanno venduto le loro abitazioni e le loro terre, oggi di proprietà tamil. Il terreno a disposizione sarebbe dunque appena sufficiente per 1500 famiglie.