Processo per altri quattro leader dei Khmer rossi
Si tratta di Nuon Chea, Khieu Samphan, Ieng Sary e sua moglie Ieng Thirith. Sono accusati di genocidio, torture e persecuzione religiosa. Il lavoro del tribunale è criticato per i suoi silenzi e per le spese, andate oltre ogni previsione.
Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) – Il tribunale sostenuto dalle Nazioni Unite ha incriminato altri quattro ex leader dei Khmer rossi preparando la via per un nuovo processo, dopo quello appena concluso contro Kaing Guek Eav (detto “Duch”), capo della prigione di Tuol Sleng, dove sono morti per tortura, stenti ed esecuzioni circa 17 mila persone.
Il tribunale ha dichiarato che il prossimo processo potrà iniziare verso la metà del prossimo anno. Gli accusati sono: Nuon Chea, l’ideologo del gruppo, conosciuto anche come “il numero due”, il vice del capo supremo, Pol Pot; Khieu Samphan, che è stato presidente della Kampuchea (lo Stato dominato dai Khmer rossi, durato solo alcuni anni); Ieng Sary, ex ministro degli esteri; sua moglie Ieng Thirith, ex ministro per gli affari sociali.
I quattro sono detenuti dal 2007 e sono stati interrogati almeno 46 volte prima della formulazione delle accuse. Ormai ottantenni, essi saranno processati per genocidio, torture e persecuzione religiosa.
Si stima che almeno 2 milioni di cambogiani siano morti sotto il loro regime, dal 1975 al 1979. Ispirati al maoismo e desiderosi di costruire un’utopia agricola, i Khmer rossi hanno costretto tutta la popolazione a lasciare le città, costituire comuni di lavoro forzato nelle risaie, eliminando intellettuali e nemici della rivoluzione. Il loro capo, Pol Pot, è morto nel 1998.
Il tribunale non gode comunque di buona fama. Anzitutto perché molti cambogiani non vogliono rinvangare quel periodo di terrore per timore di nuove violenze; poi perché le accuse ai Khmer rossi avvengono entro limiti precisi: non si accusano personalità che a tutt’oggi sono al governo del Paese; non si verificano gli appoggi e le connivenze internazionali che essi hanno avuto (Cina, Stati Uniti, Urss, ecc…).
Infine, molti cambogiani criticano lo spreco di denaro per sostenere questo processo. In origine esso doveva costare solo 20 milioni di dollari per un periodo di tre anni. Finora è costato ben 70 milioni di dollari ed è stato processato solo un accusato.
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