Privatizzare le terre “è unica strada per salvare l’agricoltura cinese”
di Wei Jingsheng
Mentre il Paese corre dal punto di vista industriale, le campagne sono povere e sotto-sviluppate. Non si tratta di errori tecnologici o di incapacità dei contadini: la colpa è del Partito, che sfrutta la proprietà dei terreni per ottenere enormi ricavi e non cede la proprietà pubblica degli appezzamenti. Che soltanto se divengono privati possono ricominciare a fruttare. L’analisi del grande dissidente.
Washington (AsiaNews) - Se parliamo della stagnazione dell’economia rurale e della povertà diffusa fra i contadini, qualcuno continuerà a trovare delle scuse per questa situazione. Queste persone diranno che questi fattori sono dovuti alla bassa produzione, alla scarsa qualità della popolazione, alla mancanza di terreni ecc… Queste scuse sono tutte senza senso, se usiamo la verità per guardarle. Il contro-esempio favorito da queste persone sono gli Stati Uniti: campi aperti e tecnologie avanzate, fra cui contadini che hanno conseguito un master, ecc… In effetti, questi elementi sono tutti veri.
Ma anche la Cina ha molta terra, e una volta anche gli Stati Uniti dipendevano da un’agricoltura su piccola scala. Perché la Cina non ha operazioni di larga scala? A causa della sua politica dei terreni. Il Partito comunista cinese ha sempre insistito, sin dai suoi primi giorni, sul fatto che la proprietà della terra è pubblica. Alcuni pensano che questa insistenza sia dovuta a ragioni ideologiche. Ma perché quasi tutte le altre cose possono essere privatizzate e la terra no? Se guardiamo con attenzione ai “principini” che diventano ricchi smerciando terreno e compiendo demolizioni, avremo la nostra risposta.
La popolazione odia questi “principini” non tanto per una questione ideologica, ma a causa degli enormi profitti e delle atrocità che commettono. I cinesi adulti con molta esperienza sanno che i concetti tradizionali del popolo cinese sono ancora influenti, e quindi considerano “eroi i figli degli eroi”, così come il figlio dell’imperatore è un imperatore. Quindi per tradizione la popolazione ha un atteggiamento più tollerante nei confronti dei figli dei dirigenti comunisti, che sono divenuti i nuovi dirigenti. Tuttavia, quando vengono violati gli interessi vitali e la sicurezza della popolazione, la questione cambia.
Sin da quando si è verificato l’episodio di “mio padre è Li Gang, il più alto dirigente locale”, la popolazione potrebbe picchiare questi “figli” in maniera indiscriminata, se qualcuno che crea incidenti dovesse ancora dire cose come “mio padre è questo e quello”. Questa nuova mentalità è il frutto dei numerosi casi di bullismo da parte di questi “principini” che si sono accumulati contro la popolazione. Dalla vita che conducono ogni giorno, i dirigenti comunisti di seconda generazione hanno capito che le ricchezze del governo sono una loro proprietà privata. Di conseguenza è difficile per loro non essere arroganti: “I nostri genitori hanno usurpato i terreni e le proprietà degli altri, mentre noi ci limitiamo a picchiare la gente per strada e creare altri piccoli incidenti”. Essere trattati in maniera violenta dalla popolazione li fa sentire sbagliati, pensano di essere i capri espiatori dei loro genitori.
Il fatto che la proprietà della terra in Cina sia materia non chiara ha creato l’opportunità, per questi ufficiali corrotti, di ottenere veloci profitti dalla questione. L’effetto collaterale è che la concessione delle terre è bloccato e, quando avviene, è sempre su piccola scala. Si guadagna molto poco dalla terra. I giovani contadini tendono in maniera naturale a lasciar perdere l’agricoltura e migrare nelle città per diventare operai. Molto ridotta è anche la probabilità di utilizzare tecnologia avanzata su un piccolo pezzo di terra. Accoppiato tutto questo con la corruzione autoritaria, si riduce lo spazio per uno sviluppo dell’economia rurale, e questo a sua volta produce povertà nelle campagne.
Quindi, per risolvere il problema a collo di bottiglia dello sviluppo economico rurale in Cina, la prima cosa che si deve risolvere è la dittatura comunista al livello della base. Non si deve sconfiggere soltanto la corruzione ma, cosa più importante, si devono liberare i contadini e ridare loro la libertà che hanno per tradizione sempre avuto. Il secondo fattore importante è la privatizzazione delle terre. Questa non porta soltanto all’annessione dei terreni per lo sviluppo di un’agricoltura su larga scala; infatti, anche su piccola scala si può sviluppare un’agricoltura moderna. L’agricoltura in Giappone, a Taiwan e in Europa è portata avanti su piccoli appezzamenti con un altissimo tasso di efficienza.
Tuttavia non importa quanta agricoltura su larga o piccola scala sia avanzata da un punto di vista tecnologico: l’atteggiamento della popolazione è il fattore vitale, direi decisivo. Negli Stati Uniti, in Giappone o in Europa la ragione alla base di una buona gestione delle terre è che i contadini sono i proprietari dei terreni.
Alcune persone compiono un errore profondo sulle grandi fattorie americane, e pensano che siano dovute all’acquisizione delle terre. Non è così. In effetti alcune fattorie e alcuni ranch sono molto ampi, almeno quanto ai tempi dei pionieri. Tuttavia, come nell’antica Cina, con la divisione dovuta ad acquisti e vendite, le porzioni di terra si sono ridotte sempre più. Tranne quei pochi contadini che hanno la capacità di gestire piccoli lotti, gli altri hanno affittato la loro terra o assunto delle persone per coltivarle. Questa riconfigurazione assomiglia molto all’antico sistema delle terre in Cina.
Per esempio, la mia terra non è coltivata: così, la affitto al mio vicino. La maggior parte del salario del mio vicino proviene dal suo lavoro esterno come impiegato. Lui unisce la sua terra con quella dei vicini, inclusa la mia, e prende altri contadini per coltivarla. E’ simile all’antico sistema dei signori delle terre. Il contadino che coltiva un piccolo pezzo non ha molta terra, ma ottiene il suo denaro coltivando questa terra più ampia (resa ampia dalla collettivizzazione). Ai miei occhi il mio vicino è molto simile a un povero, mentre il contadino che lui ha assunto sembra molto più benestante.
E’ in questo modo che arriviamo alla formazione della moderna agricoltura su larga scala, con un’efficienza che supera di molto la coltivazione dei piccoli lotti. Il grano che mietono viene venduto a basso prezzo e spesso non si ottiene il giusto ricavo, ma possono chiedere ad altri di comprarlo o sono costretti a lasciarlo lì. Negli Stati Uniti vediamo spesso grandi appezzamenti lasciati senza coltivazione. Negli Usa questo accade perché non si riesce a vendere il grano a un prezzo giusto, mentre in Cina accade perché non si capisce di chi sia la proprietà della terra, persino se il cibo non basta per la richiesta interna.
La ragione principale per questa errata gestione della terra in Cina è dovuta alla mancanza di chiarezza sulla proprietà dei terreni. Nominalmente si tratta di terre di proprietà dello Stato, eppure ogni livello di burocrati ha una qualche forma di controllo su di esse. In particolar modo i tiranni rurali hanno il diritto di modificare l’uso delle terre in ogni modo, in qualunque momento. E’ naturale che i contadini non abbiano alcun incentivo per investire nei terreni. Il mio contratto di affitto contiene delle clausole su come devo usare e mantenere la fertilità del suolo ecc… Questo perché i proprietari dei terreni sono molto accurati nella protezione dei loro beni, che divengono una forma di ricchezza.
I contadini cinesi non proteggeranno così tanto la terra, perché non è loro. Non c’è molto bisogno di curare una cosa che non ti appartiene: è la natura umana. Allo stesso modo, l’instabilità dei diritti sui terreni diventano un’importante fonte di autorità per i dirigenti comunisti rurali, che ora modificano i diritti di proprietà delle terre che divengono la loro maggiore fonte di reddito. Al contrario, a causa di questa instabilità, l’investimento che un contadino fa nella terra diventa profitto per un altro. Quindi si verifica un declino generale nella fertilità del suolo e una riduzione della produzione. La terra, questa importante proprietà, viene deprezzata a causa di una legge irragionevole del governo comunista sulla proprietà dei terreni.
Eppure in Cina l’uso di grandi macchinari agricoli è attuato allo stesso modo che negli Usa. Questo dimostra che i contadini cinesi possono gestire bene l’agricoltura moderna senza altri che li costringano a “migliorare la loro qualità”. Questo avviene perché la proprietà dei macchinari è relativamente chiara, mentre la terra non ha un proprietario definito in maniera chiara. Tutti gli altri avanzamenti non sono sufficienti a cambiare in maniera completa la situazione agricola della Cina. Soltanto quando la terra sarà privatizzata, allora l’agricoltura moderna potrà stabilizzarsi in Cina. Altrimenti sarà una mera variante della collettivizzazione agricola dell’ex Unione Sovietica.
La storia ha provato che la proprietà pubblica dei terreni agricoli è un passo indietro all’era feudale. Ha provocato enormi carestie, in Cina e in Unione Sovietica. Anche con l’uso della tecnologia moderna non si possono evitare. Anche se abbiamo imparato per molti decenni questa lezione, perché le riforme si sono fermate dopo il mezzo passo in avanti compiuto 30 anni fa? La natura avida dei capitalisti burocrati e la domanda di lavoro a basso costo da parte del capitale internazionale sono le cause principali che provocano un lento sviluppo economico rurale in Cina.
Ma anche la Cina ha molta terra, e una volta anche gli Stati Uniti dipendevano da un’agricoltura su piccola scala. Perché la Cina non ha operazioni di larga scala? A causa della sua politica dei terreni. Il Partito comunista cinese ha sempre insistito, sin dai suoi primi giorni, sul fatto che la proprietà della terra è pubblica. Alcuni pensano che questa insistenza sia dovuta a ragioni ideologiche. Ma perché quasi tutte le altre cose possono essere privatizzate e la terra no? Se guardiamo con attenzione ai “principini” che diventano ricchi smerciando terreno e compiendo demolizioni, avremo la nostra risposta.
La popolazione odia questi “principini” non tanto per una questione ideologica, ma a causa degli enormi profitti e delle atrocità che commettono. I cinesi adulti con molta esperienza sanno che i concetti tradizionali del popolo cinese sono ancora influenti, e quindi considerano “eroi i figli degli eroi”, così come il figlio dell’imperatore è un imperatore. Quindi per tradizione la popolazione ha un atteggiamento più tollerante nei confronti dei figli dei dirigenti comunisti, che sono divenuti i nuovi dirigenti. Tuttavia, quando vengono violati gli interessi vitali e la sicurezza della popolazione, la questione cambia.
Sin da quando si è verificato l’episodio di “mio padre è Li Gang, il più alto dirigente locale”, la popolazione potrebbe picchiare questi “figli” in maniera indiscriminata, se qualcuno che crea incidenti dovesse ancora dire cose come “mio padre è questo e quello”. Questa nuova mentalità è il frutto dei numerosi casi di bullismo da parte di questi “principini” che si sono accumulati contro la popolazione. Dalla vita che conducono ogni giorno, i dirigenti comunisti di seconda generazione hanno capito che le ricchezze del governo sono una loro proprietà privata. Di conseguenza è difficile per loro non essere arroganti: “I nostri genitori hanno usurpato i terreni e le proprietà degli altri, mentre noi ci limitiamo a picchiare la gente per strada e creare altri piccoli incidenti”. Essere trattati in maniera violenta dalla popolazione li fa sentire sbagliati, pensano di essere i capri espiatori dei loro genitori.
Il fatto che la proprietà della terra in Cina sia materia non chiara ha creato l’opportunità, per questi ufficiali corrotti, di ottenere veloci profitti dalla questione. L’effetto collaterale è che la concessione delle terre è bloccato e, quando avviene, è sempre su piccola scala. Si guadagna molto poco dalla terra. I giovani contadini tendono in maniera naturale a lasciar perdere l’agricoltura e migrare nelle città per diventare operai. Molto ridotta è anche la probabilità di utilizzare tecnologia avanzata su un piccolo pezzo di terra. Accoppiato tutto questo con la corruzione autoritaria, si riduce lo spazio per uno sviluppo dell’economia rurale, e questo a sua volta produce povertà nelle campagne.
Quindi, per risolvere il problema a collo di bottiglia dello sviluppo economico rurale in Cina, la prima cosa che si deve risolvere è la dittatura comunista al livello della base. Non si deve sconfiggere soltanto la corruzione ma, cosa più importante, si devono liberare i contadini e ridare loro la libertà che hanno per tradizione sempre avuto. Il secondo fattore importante è la privatizzazione delle terre. Questa non porta soltanto all’annessione dei terreni per lo sviluppo di un’agricoltura su larga scala; infatti, anche su piccola scala si può sviluppare un’agricoltura moderna. L’agricoltura in Giappone, a Taiwan e in Europa è portata avanti su piccoli appezzamenti con un altissimo tasso di efficienza.
Tuttavia non importa quanta agricoltura su larga o piccola scala sia avanzata da un punto di vista tecnologico: l’atteggiamento della popolazione è il fattore vitale, direi decisivo. Negli Stati Uniti, in Giappone o in Europa la ragione alla base di una buona gestione delle terre è che i contadini sono i proprietari dei terreni.
Alcune persone compiono un errore profondo sulle grandi fattorie americane, e pensano che siano dovute all’acquisizione delle terre. Non è così. In effetti alcune fattorie e alcuni ranch sono molto ampi, almeno quanto ai tempi dei pionieri. Tuttavia, come nell’antica Cina, con la divisione dovuta ad acquisti e vendite, le porzioni di terra si sono ridotte sempre più. Tranne quei pochi contadini che hanno la capacità di gestire piccoli lotti, gli altri hanno affittato la loro terra o assunto delle persone per coltivarle. Questa riconfigurazione assomiglia molto all’antico sistema delle terre in Cina.
Per esempio, la mia terra non è coltivata: così, la affitto al mio vicino. La maggior parte del salario del mio vicino proviene dal suo lavoro esterno come impiegato. Lui unisce la sua terra con quella dei vicini, inclusa la mia, e prende altri contadini per coltivarla. E’ simile all’antico sistema dei signori delle terre. Il contadino che coltiva un piccolo pezzo non ha molta terra, ma ottiene il suo denaro coltivando questa terra più ampia (resa ampia dalla collettivizzazione). Ai miei occhi il mio vicino è molto simile a un povero, mentre il contadino che lui ha assunto sembra molto più benestante.
E’ in questo modo che arriviamo alla formazione della moderna agricoltura su larga scala, con un’efficienza che supera di molto la coltivazione dei piccoli lotti. Il grano che mietono viene venduto a basso prezzo e spesso non si ottiene il giusto ricavo, ma possono chiedere ad altri di comprarlo o sono costretti a lasciarlo lì. Negli Stati Uniti vediamo spesso grandi appezzamenti lasciati senza coltivazione. Negli Usa questo accade perché non si riesce a vendere il grano a un prezzo giusto, mentre in Cina accade perché non si capisce di chi sia la proprietà della terra, persino se il cibo non basta per la richiesta interna.
La ragione principale per questa errata gestione della terra in Cina è dovuta alla mancanza di chiarezza sulla proprietà dei terreni. Nominalmente si tratta di terre di proprietà dello Stato, eppure ogni livello di burocrati ha una qualche forma di controllo su di esse. In particolar modo i tiranni rurali hanno il diritto di modificare l’uso delle terre in ogni modo, in qualunque momento. E’ naturale che i contadini non abbiano alcun incentivo per investire nei terreni. Il mio contratto di affitto contiene delle clausole su come devo usare e mantenere la fertilità del suolo ecc… Questo perché i proprietari dei terreni sono molto accurati nella protezione dei loro beni, che divengono una forma di ricchezza.
I contadini cinesi non proteggeranno così tanto la terra, perché non è loro. Non c’è molto bisogno di curare una cosa che non ti appartiene: è la natura umana. Allo stesso modo, l’instabilità dei diritti sui terreni diventano un’importante fonte di autorità per i dirigenti comunisti rurali, che ora modificano i diritti di proprietà delle terre che divengono la loro maggiore fonte di reddito. Al contrario, a causa di questa instabilità, l’investimento che un contadino fa nella terra diventa profitto per un altro. Quindi si verifica un declino generale nella fertilità del suolo e una riduzione della produzione. La terra, questa importante proprietà, viene deprezzata a causa di una legge irragionevole del governo comunista sulla proprietà dei terreni.
Eppure in Cina l’uso di grandi macchinari agricoli è attuato allo stesso modo che negli Usa. Questo dimostra che i contadini cinesi possono gestire bene l’agricoltura moderna senza altri che li costringano a “migliorare la loro qualità”. Questo avviene perché la proprietà dei macchinari è relativamente chiara, mentre la terra non ha un proprietario definito in maniera chiara. Tutti gli altri avanzamenti non sono sufficienti a cambiare in maniera completa la situazione agricola della Cina. Soltanto quando la terra sarà privatizzata, allora l’agricoltura moderna potrà stabilizzarsi in Cina. Altrimenti sarà una mera variante della collettivizzazione agricola dell’ex Unione Sovietica.
La storia ha provato che la proprietà pubblica dei terreni agricoli è un passo indietro all’era feudale. Ha provocato enormi carestie, in Cina e in Unione Sovietica. Anche con l’uso della tecnologia moderna non si possono evitare. Anche se abbiamo imparato per molti decenni questa lezione, perché le riforme si sono fermate dopo il mezzo passo in avanti compiuto 30 anni fa? La natura avida dei capitalisti burocrati e la domanda di lavoro a basso costo da parte del capitale internazionale sono le cause principali che provocano un lento sviluppo economico rurale in Cina.
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