Primi successi della campagna a favore dei dalit cristiani
"Devono avere le stesse opportunità di indù, sikh e buddisti"
Madurai (AsiaNews) La campagna contro le discriminazioni verso i dalit cristiani ha ottenuto alcuni primi successi. In un incontro tenutosi a Madurai lo scorso 18 luglio, alla prima udienza del Tribunale Popolare dei dalit Cristiani, la giuria ha concluso che "i dalit cristiani devono godere delle stesse opportunità che sono date ai dalit indù, sikh e neo buddisti".
Il giorno dopo la Corte Suprema dell'India ha accolto il ricorso presentato dal Movimento Nazionale per i Diritti dei dalit Cristiani sul decreto che esclude gli "intoccabili" convertiti al cristianesimo dalle quote riservate agli altri "fuori casta" per i concorsi pubblici. La stessa norma che colpisce anche i dalit musulmani - non vale per quelli di religione indù, buddista o sikh.
All'udienza di Madurai (sud India), hanno preso parte l'ex giudice della Corte Suprema S.B. Sawant, l'avvocato Sona Khan e 573 testimoni da diversi stati dell'India: Tamil Nadu, Andhra Pradesh; Kerala; Karnataka; Pondicherry. La documentazione su diversi casi è stata presentata da John Dayal e da Edward Arokia Doss, del Movimento per i Diritti dei Dalit Cristiani, fondato dalla All India Catholic Union, dall'All India Christian Council e dalla Voice of Dalit International. Una testimone di Cuddalore ha denunciato che in alcune zone dello tsunami, i dalit cristiani non hanno ottenuto gli aiuti governativi.
La giuria era composta da avvocati e parlamentari nazionali e dello stato del Tamil Nadu. Presente anche il responsabile per il diritti dei dalit della Conferenza Episcopale dell'India, padre Philomen Raj. Messaggi di solidarietà e sostegno sono arrivati anche dal segretario generale della Conferenza Episcopale indiana, mons. Percy Fernandez, e dal presidente del Consiglio Nazionale delle Chiese in India, l'anglicano Jeypaul David. Sono dalit il 60% dei 25 milioni di indiani cristiani.