10/10/2009, 00.00
TURCHIA - ARMENIA
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Prima firma per i rapporti fra Turchia e Armenia dopo più di un secolo di ostilità

di Geries Othman
Il processo facilitato dalle trasformazioni politiche ed economiche nel Caucaso. Alla cerimonia a Zurigo partecipano Hillary Clinton, Serghei Lavrov, Javier Solana. Ancora tensione fra gli armeni della diaspora, che ricordano il genocidio. Appoggio dagli armeni in Turchia. Il presidente armeno sarà presente a Bursa alla partita turco-armena per i campionati mondiali di calcio 2010.

Ankara (AsiaNews) - Ormai è sicuro: quest’oggi a Zurigo i due ministri degli esteri di Turchia e Armenia firmeranno i due protocolli atti a regolarizzare i rapporti diplomatici ed economici tra i due Paesi dopo più di un secolo di ostilità e 16 anni di totale chiusura.

Firme da tempo attese, hanno avuto un’accelerata grazie alla mediazione non solo della Svizzera, ma anche della Russia, che ha sbloccato le più grosse resistenze e ristretto così i tempi nel miglioramento delle relazioni armeno-turche.

La politica russa, infatti, che a lungo si è opposta con fermezza alla riapertura dei confini turco-armeni, per poter mantenere la sua egemonia su Yerevan, ha avuto un brusco cambiamento di rotta in seguito alla crisi di agosto, e ai conflitti in Georgia.

Tutto si muove ora grazie alla cosiddetta Piattaforma di stabilità e Cooperazione per il Caucaso: la Russia cerca di marginalizzare sempre più la Georgia; la Turchia vuole ripristinare il suo potere e la sua influenza nel Caucaso Meridionale e nell’Asia Centrale; all’Armenia preme uscire dall’isolamento economico e commerciale.

Questo passo avanti nei rapporti tra Turchia e Armenia non implica solo una riapertura dei confini, ma ha obiettivi certo più ampli che riguardano tutta la regione caucasiaca e la sua stabilità. Ciò spiega anche il risolversi progressivo del conflitto  Nagorno-Karabakh e del consenso dell’Azerbaijan.

Mentre pare che gli animi dei nazionalisti turchi si stiano tranquillizzando, il presidente dell’Armenia Serge Sarkisyan ha dovuto affrontare ancora scontri e forti resistenze durante il tour programmato proprio per convincere le comunità della diaspora armena nel mondo. A Parigi, sua prima tappa, è stato accolto da violente proteste contro la volontà di ripristinare i rapporti con il nemico di sempre. Poliziotti francesi antisommossa sono dovuti intervenire  per respingere e calmare i manifestanti, che non vogliono accettare la resa del Presidente armeno, nel timore che così venga fatto cadere in oblio il “genocidio armeno”.

Ma la coalizione di maggioranza in Armenia ha annunciato l’appoggio ai due protocolli concordati con la Turchia per la normalizzazione dei rapporti diplomatici e lo sviluppo della cooperazione bilaterale. In una dichiarazione ufficiale afferma: “In questi giorni noi tutti siamo testimoni di un tale processo nei rapporti armeno-turchi, difficile immaginare solo alcuni mesi fa”. E prosegue: “Senza trascurare le tragiche pagine del passato storico, l’Armenia dimostra coraggio nella normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi, basato su un grande sentimento di responsabilità verso il futuro della nostra patria”.

E così, domani 10 ottobre, con la partecipazione di Hillary Clinton, segretario di Stato Usa,  Sergei Lavrov, ministro russo degli Esteri, Javier Solana, Alto rappresentante UE, i ministri degli esteri Ahmet Davutoglu, turco e Edvard Nalbandyan, armeno, firmeranno un accordo che certamente passerà alla storia, come importante passo nel  processo di pace nel Caucaso.

Il presidente armeno, mantenendo la parola che avrebbe presenziato al match solo se fossero state aperte le frontiere tra i due Paesi, ha confermato che sarà presente alla partita di ritorno valida per le qualificazioni ai mondiali 2010 tra la nazionale turca e quella armena che si svolgerà il 14 ottobre a Bursa.

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