Prima conferenza stampa di Singh: "Contro ogni fondamentalismo"
New Delhi (AsiaNews) Il primo ministro indiano Manmohan Singh ha tenuto sabato la sua prima conferenza stampa ufficiale. Si è trattato del primo incontro pubblico di un premier indiano con la stampa da 12 anni a questa parte. Singh ha parlato con i giornalisti per un'ora e mezza, rispondendo con calma e sicurezza alle molte domande dei presenti. Il premier si è mostrato diretto e preciso e di rado è sembrato in difficoltà.
"Riconosco che ci sono dei rischi, ma sono pronto a entrare nella mischia politica. Ci sono stato per 100 giorni e ho sviluppato istinti di sopravvivenza" ha affermato Singh riferendosi ai suoi primi 100 giorni di governo.
I primi 3 mesi di attività parlamentare - molto controversi - hanno messo alla prova la trasformazione di Singh da tecnocrate a politico. Durante la conferenza stampa il premier ha manifestato in modo evidente la sua fiducia dal modo in cui ha liquidato le voci sulla sua incapacità di essere all'altezza delle pressioni e su una sua decisione di lasciare l'incarico: "L'idea che io sarei spinto a lasciare non si realizzerà" ha affermato.
Interrogato sulla "Detossificazione dell'educazione" - la campagna, promossa dal ministro delle risorse umane, Arjun Singh, contro gli eccessi filo-induisti nell'educazione scolastica del precedente governo - Singh ha sottolineato che "certe distorsioni" introdotte nei libri di testo "devono essere cambiate". Singh ha dichiarato di opporsi a tutti i fondamentalismi, "di destra o di sinistra".
Il primo ministro ha parlato a lungo sulla politica internazionale e i rapporti con Pakistan, Cina, Nepal e Stati Uniti. Guardando all'imminente incontro con il presidente pakistano Musharraf previsto fra pochi giorni in occasione dell'Assemblea generale delle Nazioni unite - Singh ha detto di voler proseguire il processo di normalizzazione con Musharraf.
Rispondendo a una domanda sulle violenze che stanno scuotendo gli stati del Jammu e del Kashmir e del nordest in generale, Singh ha invitato le parti in rivolta a sedersi al tavolo del negoziato, escludendo però ogni compromesso con i militanti violenti.
Il premier ha elogiato la crescita della Cina degli ultimi anni: "Visitare la Cina è una mia priorità" ha detto.
È poi venuto il turno delle accuse di Yashwant Sinha, ex primo ministro degli esteri e esponente di punta del Bharatiya Janata Party (BJP). Egli ha attaccato personalmente Singh accusandolo di essere un "burattino" nelle mani di Sonia Gandhi. Singh ha liquidato la domanda sulla Gandhi come "super primo ministro" definendo "un'insinuazione" l'ipotesi che esistano 2 centri di potere. "Questo non è vero" ha detto, sottolineando che Sonia Gandhi, come presidente delll'United Progressive Alliance (UPA, il cartello elettorale che ha sconfitto il BJP) e il Congress (il partito leader dell'UPA) ha tutto il diritto di "interferire nel governo".
Analisti hanno affermato che la conferenza stampa ufficiale è stata una lezione nella conduzione di un governo democratico. La conferenza stampa è stata una chiara indicazione del premier ai media indiani che, sebbene il suo governo sia carica da solo 100 giorni, esso "non è una meteora" e vuole durare. (NC)
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