"Presto" a casa le due donne liberate dai talebani
Lo annuncia l'ambasciata coreana a Kabul. Continuano, intanto, i colloqui sui rimanenti 19 ostaggi, di cui 14 sono donne; Seoul e Washington ribadiscono la richiesta di rilascio “immediato e senza condizioni”. Appello anche del governatore di Ghazni.
Kabul (AsiaNews/Agenzie) – I due ostaggi sudcoreani liberati ieri in Afghanistan sono in buone condizioni e lasceranno “presto” il Paese. Lo ha annunciato oggi l’ambasciata coreana a Kabul, dopo che le due donne sono state sottoposte a controlli medici. A casa le famiglie si dicono piene di gioia, ma ancora preoccupate per il destino dei restanti 19 connazionali, ancora nelle mani dei talebani. Ieri sera, pallide e con il capo coperto, Kim Ji-na, 32 anni, e Kim Kyeong-ja, 37 anni, sono state consegnate a mediatori afghani, che le hanno poi affidate alla Mezzaluna Rossa nei pressi della città meridionale di Ghazni.
I talebani, che hanno rapito il gruppo di 23 volontari cristiani lo scorso 19 luglio, hanno rilasciato le donne “senza condizioni” come gesto di buona volontà per continuare i colloqui con Kabul; in cambio della salvezza degli ostaggi, chiedono il rilascio di alcuni prigionieri detenuti nelle prigioni afgane. Due dei 23 sudcoreani sono stati uccisi nei giorni successivi al sequestro.
Il governatore di Ghazni, Mirajuddin Pattan, ha assicurato che non è stato pagato alcun riscatto per le due donne, né verrà pagato per gli altri. Ha poi ricordato che “sequestrare donne è contrario all’islam” e ha chiesto ai talebani di rilasciare “immediatamente e senza condizioni i restanti ostaggi”; appello ribadito anche da Usa e Corea del Sud. “Consideriamo una fortuna il fatto che almeno alcuni ostaggi siano stati rilasciati - ha detto Cho Hee-Yong, portavoce del ministero degli Esteri coreano - ma chiediamo ancora una volta ai sequestratori di rilasciare tutti i nostri connazionali che sono nelle loro mani”, di cui 14 sono donne.
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