Pressioni di Usa ed Europa per la prosecuzione dei colloqui tra israeliani e palestinesi
Mitchell e la Ashton incontrano Netanyahu e Abbas con l’obiettivo di superare l’empasse creato dal rifiuto israeliano di rinnovare il blocco degli isediamenti. Sulla questione, la Lega araba potrebbe decidere di chiedere una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza.
Gerusalemme (AsiaNews) - George Mitchell e Catherine Ashton incontrano oggi il premier israeliano e il presidente palestinese, mentre da ambienti Onu giunge la notizia che la Lega araba sta pensando di chiedere una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza per esaminare le conseguenze del rifiuto del governo di Gerusalemme di rinnovare il congelamento della costruzione degli insediamenti. Non si fermano dunque i tentativi della comunità internazionale di far progredire il processo di pace tra arabi e israeliani, malgrado le continue docce fredde che vengono soprattutto dal governo Netanyahu.
Così, è senza precedenti la notizia che l’inviato speciale degli Stati Uniti in Medio Oriente, Mitchell, e la responsabile della politica estera europea, la Ashton, hanno deciso di presentarsi insieme dai responsabili palestinese e israeliano, in un tentativo di pressione almeno teoricamente significativo. Segnale di come a Gerusalemme si vive la situazione, è la vasta eco che ha avuto la notizia, pur smentita dalla Casa bianca, che il presidente Obama avrebbe scritto una lettera per assicurare garanzie di sicurezza, compresa la presenza israeliana nella valle del Giordano anche dopo la nascita dello Stato palestinese, in cambio di una prolungamento di 60 giorni del blocco degli insediamenti.
La mossa di Obama è vista come una conseguenza delle affermazioni del ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman - esponente della destra più conservatrice – sui “decenni” necessari per arrivare alla pace con i palestinesi.
Ne è certamente conseguenza diretta, invece, la voce raccolta da Haaretz nell’ambito delle Nazioni Unite che la Lega araba nella sua riunione di mercoledì prossimo al Cairo, quando esaminerà l’andamento dei colloqui diretti tra israeliani e palestinesi prenderebbe in esame la possibilità di sottoporre al Consiglio di sicurezza il rifiuto israeliano di prolungare il congelamento degli insediamenti, scaduto sabato scorso.
L’iniziativa, che potrebbe dar vita a una dura dichiarazione del segretario generale dell’Onu, non sarebbe però vista con favore dagli Stati Uniti, per il timore che ciò provochi un ulteriore irrigidimento delle parti, togliendo ogni residua speranza di successo all’iniziativa di Obama.
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