Pressing sulla Siria perché ceda alle richieste dell'Onu
Oggi a Damasco un alto esponente saudita, dopo l'incontro tra Mubarak e Abdallah. Anche Chirac chiede alla Siria di essere "più cooperativa". Attesa per la nuova apparizione televisiva di Kaddam. Toni minacciosi del primo ministro siriano verso Joumblatt.
Damasco (AsiaNews) Tensione oggi a Damasco: il clima è segnato dall'attesa per l'annunciata seconda apparizione alla tv dell'ex-vice presidente siriano Abd El Halim Khaddam, questa volta su Al Jazira, e per le conclusioni del vertice tra il presidente egiziano Mubarak ed il re saudita Abdallah, che oggi dovrebbero essere illustrate a Damasco da un alto funzionario saudita, probabilmente l'ex ambasciatore negli Usa principe Bandar bin Sultan. La missione, decisa ieri, avrebbe lo scopo di chiedere alla Siria di collaborare con la Commissione dell'Onu incaricata delle indagini sull'assassinio di Hariri. Da Kaddam ci si aspetta poi che ripeta le sue accuse contro il regime di Assad e riveli alcuni dettagli sull'assassinio di Hariri.
Gli umori popolari variano tra coloro che ritengono necessario consentire alla Commissione d'inchiesta di sentire il presidente Bachar El Assad, il suo ministro degli Esteri Farouk El Chareh e altri esponenti, come il generale Asaf Chawkat, capo dei servizi segreti e marito della sorella del presidente, Bouchra, considerata nel primo rapporto di Mehlis complice nella preparazione dell'assassinio di Hariri e chi invece oppone un rifiuto categorico alla richiesta. Tra questi ultimi, coloro che si sentono costretti ad appoggiare il regime della famiglia di Assad perché vedono nella richiesta dell'ONU "uno strumento delle pressioni internazionali per attaccare la stabilità del regime" del partito El Baath, soprattutto dopo le ultime voci che sostengono la necessità di rovesciare il regime, dopo la "dichiarazione di Damasco".
Una prima espressione delle conclusioni dell'incontro di Ryad è venuta da una dichiarazione del portavoce della presidenza d'Egitto, l'ambasciatore Souleiman Awad. Egli ha affermato la necessita di rafforzare i legami tra i Paesi arabi, sostenendo la ferma volontà dei due leader di svolgere un ruolo per convincere il presidente siriano alla collaborazione con la commissione dell'ONU, perché "il raggiungimento della verità sull'assassinio di Hariri risponde alle aspirazioni della comunità internazionale". Awad ha anche insistito sulla necessità di mantenere e rispettare i legami storici che legano il Libano alla Siria, evidenziando "l'obbligo di tutti gli arabi di difendere e proteggere la popolazione libanese da tutti i pericoli e le minacce e garantire protezione alla Siria, nel caso della sua totale collaborazione con la Commissione dell'ONU".
Oggi intanto il presidente Moubarak è in Francia per discutere sugli ultimi sviluppi della situazione in Medio-Oriente con il presidente francese Jacques Chirac, dopo il rifiuto del governo di Damasco di consentire alla Commissione dell'ONU di ascoltare il presidente Assad. Il presidente francese, nel corso di un incontro con la stampa, ha oggi sostenuto che "la Siria dovrebbe essere maggiormente cooperativa con la Commissione internazionale", aggiungendo la considerazione che "tutto ciò che destabilizza il Libano finirà per rivoltarsi contro la Siria" e che "la situazione è seria e occorrerà fare molta attenzione".
La stampa siriana continua a lanciare attacchi contro le dichiarazioni di Khaddam, ma ha anche indicato la piena disponibilità dell'ex responsabile dei servizi segreti in Libano, Roustom Ghazale "a dimettersi, se lo chiede il bene della patria", smentendo le voci di un suo probabile suicidio dopo le ultime accuse di Khaddam.
Il primo ministro, Naji el OItari, in una dichiarazione alla stessa televisione "Al Arabiya" che venerdì scorso ha trasmesso le dichiarazioni di Khaddam, ha accusato "Khaddam di essere il responsabile del peggioramento dei rapporti tra il Libano e la Siria, durante questi ultimi trent'anni, perché Khaddam era l'incaricato del dossier libanese sotto la presidenza del presidente Hafez e all'inizio del mandato di Bachar". Il primo ministro siriano ha ribadito la necessità di migliorare i rapporti tra i due Paesi vicini, indicando con toni minacciosi la responsabilità di alcuni leader libanesi in questi ultimi mesi, come Walid Joumblatt, "che cerca di distruggere al posto di costruire". A Beirut, intanto, è atteso per oggi il ministro degli esteri inglese Jack Straw.