Presidenziali in Sri Lanka: voto regolare, i tamil sono l'ago della bilancia
di Melani Manel Perera
Si profila l’annunciato testa a testa fra il presidente uscente Rajapaksa e il generale Fonseka. Il principale sfidante non ha votato perché il suo nome non figurava nelle liste elettorali. Resta valida la sua candidatura alla guida del Paese. Il voto delle popolazioni del Nord e del Nord-est del Paese potrebbe rivelarsi decisivo. Domani i risultati.
Colombo (AsiaNews) – In Sri Lanka è iniziato lo spoglio delle schede, per decidere chi sarà il nuovo presidente. Dalle 7 del mattino alle 4 del pomeriggio i cittadini hanno votato uno fra i 22 candidati in lizza, 17 dei quali espressione di partiti e cinque indipendenti. È la sesta volta che i cittadini sono chiamati a scegliere il capo dello Stato ma, per la prima volta, le elezioni si sono tenute in tutto il Paese, dopo anni di guerra civile e di lotta del movimento indipendentista del Nord. Dai primi exit-poll arriva la conferma che a contendersi la poltrona saranno il presidente uscente Mahinda Rajapaksa e il generale Sarath Fonseka, ex comandante dell’esercito e artefice della vittoria contro le Tigri tamil (Ltte). Il Comitato chiamato a vigilare sulla regolarità del voto riferisce che le elezioni si sono svolte regolarmente, non si segnalano incidenti di rilievo né episodi di brogli.
Fonti di AsiaNews riferiscono che la maggior parte della popolazione del Nord ha votato per lo sfidante, perché il generale Fonseka rappresenta il desiderio di “cambiamento”. In molti sono convinti che questa tornata elettorale porterà una “pace duratura”. Gli incidenti marginali accaduti in alcune aree settentrionali del Paese – non vi sono stati episodi di gravi violenze – sembrano alimentare le speranze di quanti vogliono lasciarsi alle spalle oltre tre decadi di guerre civili e dimostrano una “maturità civile” raggiunta dal Paese.
Il conteggio dei voti è iniziato alle 6 del pomeriggio ora locale; i risultati dovrebbero arrivare tra la serata di oggi e le prime ore di domani. Dai primi dati emerge che avrebbe votato circa il 70% degli aventi diritto, sebbene in alcune aree del Nord e del Nord-est la percentuale scende al 20%. I 14 milioni di aventi diritto hanno potuto esprimere le loro presenze negli 11.098 seggi elettorali sparsi per il Paese; quasi 68mila poliziotti hanno vigilato sulla sicurezza del voto, sul quale non vi sarebbero ombre di brogli.
Secondo una prima indagine condotta da AsiaNews, nel Nord e nel Nord-est dello Sri Lanka la maggioranza dei tamil, dei singalesi e degli esponenti della comunità musulmana hanno votato per il generale Fonseka. Essi auspicano che l’ex comandante dell’esercito sappia garantire una “pace vera e duratura” e una “soluzione” ai problemi etnici che hanno segnato a lungo la nazione. Le minoranze potrebbero giocare un ruolo chiave nella scelta del presidente che, per essere eletto al primo turno, deve conquistare il 50% più uno delle preferenze. Se nessun candidato raggiunge la maggioranza assoluta si andrà al ballottaggio: chi ottiene più voti sarà eletto presidente.
Proprio il generale Fonseka è protagonista – suo malgrado – di un episodio che cela più di un’ombra. Il principale sfidante del presidente Rajapaksa non ha potuto votare perché il suo nome non era inserito nelle liste elettorali. La Tv di Stato ha avviato una campagna di propaganda in cui si affermava l’inammissibilità della sua candidatura. Tuttavia, la Commissione elettorale è subito intervenuta per chiarire che – pur non potendo votare – il generale Fonseka resta candidato legittimo per la corsa alla presidenza dello Sri Lanka.
Ranil Wickremesinghe, leader dell’opposizione, ha dichiarato che le elezioni presidenziali si sono svolte in modo pacifico. Il ministro Maithripala Sirisena, segretario generale dello Sri Lanka Freedom Party, conferma l’alto numero di votanti e annuncia già la “vittoria certa” del presidente uscente Rajapaksa. Rohana Hettiarachchi, direttore esecutivo del People’s Action for Free and Fair Elections (Paffrel), parla di episodi marginali di violenza che non hanno inficiato la regolarità del voto.
Il Center for Monitoring Election Violence (Cmve) riporta alcune esplosioni di lieve entità a Jaffna, ma non vi sarebbero feriti. Un quadro simile emerge nella provincia orientale di Batticola, dove le elezioni si sono svolte con regolarità nonostante incidenti lievi. A questi si aggiunge l’attacco portato nelle prime ore del mattino alla residenza del coordinatore dello Sri Lanka Freedom Party a Velvettithurai (Uduppidi).
Rasanga Harischandra, coordinatore del National Election Monitoring Centre (Cmev), sottolinea che il voto si è svolto in modo “estremamente pacifico” e vi è stata una “elevata affluenza”. Un sospiro di sollievo per la commissione, che nei giorni scorsi aveva segnalato diverse irregolarità e violenze: nel voto per posta, per l’intervento dei militari nella campagna elettorale, l’asservimento dei media di Stato al servizio del presidente uscente. Fino alle prime ore del pomeriggio i telefoni cellulari dei cittadini erano subissati di sms in cui si chiedeva di votare per Rajapaksa. Un abuso condannato con durezza e fermezza dalla maggioranza della popolazione.
I responsabili del Cmev hanno registrato nel corso della campagna elettorale – conclusa il 23 gennaio – 365 incidenti di grave entità, di cui il 27% è costituito da assalti e il 29% da minacce e intimidazioni. A questi si aggiungono 242 violazioni alla legge elettorale, 239 attacchi personali, per un totale di 952 incidenti.
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