Presidenziali in Pakistan, attivista per i diritti umani boccia la candidatura di Zardari
Lahore (AsiaNews) – “Asif Ali Zardari non soddisfa tutti i criteri e le qualità che un presidente dovrebbe possedere”. È la dura presa di posizione della Commissione pakistana per i diritti umani (Hrcp), secondo la quale nella scelta del capo dello Stato non bisogna solo osservare i “requisiti di legge”, ma valutare anche “i valori" alla base della democrazia e di ogni società civile che "egli deve rispecchiare".
In una nota inviata ad AsiaNews, Asma Jahangir – presidente della Hrcp – chiede che il prossimo presidente non si trasformi in un nuovo “ostacolo” nel cammino che porta alla “democratizzazione” del Paese. Egli auspica “trasparenza” nei passaggi che ne sanciranno la nomina e invita i partiti politici alla “saggezza” per far fronte alla “crisi seria” che sta attraversando il Pakistan. Le dimissioni di Musharraf hanno segnato una “svolta importante”, ma il processo democratico è “fragile” ed è un cammino “ancora agli inizi”.
La commissione per i diritti umani riconosce a Zardari, vedovo dell’ex primo ministro Benazir Bhutto, di aver trascorso molti anni in prigione – con l’accusa, fra le altre, di corruzione – e di aver subito delle torture. Ma questo di per sé non basta “per aspirare alla più alta carica dello Stato”, godendo inoltre di un provvedimento – il National Reconciliation Ordinance – che per favorire la riconciliazione nazionale garantisce “l’immunità ai politici”. “Siamo contrari a ogni forma di vendetta – ribadisce la Hrcp – ma non possiamo nemmeno accettare impunità o sconti per quanti, in passato o nel futuro, vorranno assumere incarichi politici di primo piano”.
Asma Jahangir illustra inoltre le qualità che dovrebbe possedere il nuovo Capo di Stato per assicurare pace e stabilità: deve ispirare fiducia, godere di credibilità, essere neutrale rispetto ai vari partiti politici. “Non ci devono essere dubbi e ombre sul suo passato”, poiché quello che diventerà il futuro “simbolo della federazione” dovrà essere in grado di “costruire ponti fra le diverse forze democratiche” invece di dimostrarsi “fazioso o manipolatore” come avvenuto in passato. In vista delle prossime presidenziali, in programma il 6 settembre, l’attivista per i diritti umani chiede alla Commissione elettorale pakistana – preposta a certificare la regolarità del voto – di organizzare elezioni “oneste, giuste, rispettose della legge, libere da episodi di corruzione o sotterfugi”. Egli denuncia infine la mancata consultazione fra i partiti politici presenti in Parlamento e l’eccessiva fretta nello stabilire la data del voto.
Per le elezioni del 6 settembre ci sono al momento tre candidati, ma la lista definitiva dei nomi andrà consegnata entro il prossimo 30 agosto. Essi sono: l’ex procuratore capo della Corte Suprema Saeeduz Zaman Siddiqui, sostenuto dal Pakistan Muslim League-Nawaz; Mushahid Husain per il Pakistan Muslim League-Quaid, partito del dimissionario Musharraf; Asif Zardari per il Pakistan Peoples Party.