Presidenziali in Corea: Se vince la Park, torniamo indietro di secoli
Seoul (AsiaNews) - La corsa che sta portando la Corea del Sud alle presidenziali del 19 dicembre "rischia di fermare il Paese e riportarlo indietro di secoli. Se dovesse vincere Park Geun-hye, la candidata del Saenuri, saremo costretti a rivivere i tempi di suo padre il dittatore: a lei non sta a cuore il bene comune, ma solo il benessere di alcuni gruppi di potere". A parlare è una fonte cattolica, che spiega ad AsiaNews cosa si muove dietro il balletto politico di questi mesi.
La Park "ha ricevuto il battesimo e la comunione, ma oggi si professa atea. È vero che siamo tutti figli di Dio e tutti fratelli fra di noi, però il suo comportamento è stato scorretto: prima ha dichiarato di volere vivere e governare in maniera del tutto laica, poi è andata dai leader buddisti a chiedere sostegno in cambio di fondi in caso di elezione. Non ci si comporta così, ma d'altra parte sta facendo la stessa cosa che fece il padre durante la sua dittatura".
Il problema è proprio nel nucleo della sua politica: "La candidata conservatrice ritiene che la crescita economica della Corea del Sud sia la sola e unica priorità del Paese. Un punto di vista in parte condivisibile, ma che non può divenire la scusa con cui cancellare lo stato sociale e tornare all'enorme gap fra ricchi e poveri che siamo riusciti con tanta fatica a colmare. Non parliamo poi del rapporto con la Corea del Nord: fosse per lei saremmo in guerra".
Miglior giudizio per gli altri due candidati, il democratico Moon Jae-in e l'indipendente Ahn Cheol-soo: "Il primo è un cattolico praticante molto conosciuto nella Chiesa. Si oppose alla dittatura seguendo le direttive del defunto cardinal Kim arrivando persino a essere arrestato e mandato al fronte con una leva obbligatoria. Inoltre si è sempre mantenuto fedele ai suoi convincimenti morali e politici".
Per quanto riguarda il secondo, il genio dell'informatica Ahn, "va detto che non si professa religioso, ma sua moglie è cattolica e attiva nel volontariato in ospedale. Questo non per dare un "patentino" ai soli cattolici, ma per dire che sono personaggi noti nella nostra comunità".
La soluzione migliore "sarebbe un tandem fra questi ultimi due, cosa che hanno già fatto intendere di voler fare. Sono entrambi a favore dello stato sociale e per un dialogo con la Corea del Nord: dialogo, non resa o servilismo. Speriamo che questo avvenga, perché il Paese ha già avuto la sua dittatura e le è bastata".