Presidenziali a Timor Est: sconfitto Ramos Horta, al ballottaggio Guterres e Ruak
Dili (AsiaNews/Agenzie) - Il presidente uscente Jose Ramos-Horta ha ammesso la sconfitta e si è congratulato con i due sfidanti, che andranno al ballottaggio del 21 aprile per scegliere il prossimo capo di Stato di Timor Est. Il 17 marzo scorso si sono svolte - in modo regolare e senza denunce di brogli - le elezioni presidenziali, che vedevano in lizza 12 candidati; dopo lo spoglio di oltre il 70% delle schede, a contendersi la massima carica del Paese (una figura istituzionale, garante della stabilità nazionale) saranno il leader del Fretlin Party Francisco "Lu Olo" Guterres e l'ex capo delle Forze armate Taur Matan Ruak, considerato "uomo forte" della nazione. La consegna dei poteri al vincitore - e nuovo presidente - verrà effettuata il 19 maggio prossimo in una cerimonia ufficiale.
I risultati finali del primo turno saranno diffusi nella giornata di domani, al termine dello spoglio - a mano - delle schede. Con il 73% dei voti scrutinati, Guterres ha ottenuto il 28% delle preferenze, avanti di tre punti rispetto a Ruak che ha ottenuto il 25%; Ramos-Horta si è fermato al 18%. Fin dai primi conteggi è emerso che nessuno dei tre candidati principali, sui 12 in totale, avrebbe raggiunto il 50% più uno necessario per essere eletti al primo turno. "Faccio i miei complimenti ai due candidati - ha detto Horta, Nobel per la pace nel 1996 - che continueranno al secondo turno". E anche, ha aggiunto, a quanti "mi hanno sostenuto nel mio mandato".
Al momento la Commissione elettorale è ancora impegnata nella verifica delle schede e conferma che, pur fra disagi e problemi dell'ultima ora, le operazioni di voto si sono svolte in modo soddisfacente. Il presidente della Commissione Faustino Cardoso Gomes ha spiegato che "alcuni college elettorali avevano esaurito le schede", per esempio a Dili e in altre zone, "ma tutto è stato risolto".
Fonti locali confermano la soddisfazione dei timoresi, perché al ballottaggio andranno "due eroi dell'indipendenza". Oltre 1200 caschi blu delle Nazioni Unite hanno garantito la sicurezza delle seconde elezioni presidenziali da Paese "libero"; il primo voto, nel 2007, è stato caratterizzato da violenti scontri l'anno precedente - durante la campagna elettorale - che hanno causato 37 morti e rischiato di far precipitare Timor Est in una vera e propria guerra civile.
Fra i vari problemi, Timor Est deve risolvere l'annosa dipendenza dalle fonti energetiche del sottosuolo - gas e petrolio - che pur essendo di portata minima costituiscono il 90% circa dell'indotto statale. Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha definito la nazione "l'economia più dipendente dal petrolio al mondo". Il 95% dei timoresi sono di fede cattolica, ma vi sono pure piccole comunità di musulmani e protestanti. In passato la nazione ha vissuto lunghi periodi di criticità alimentari e carestie, nonostante gli aiuti forniti dalla comunità internazionale (cfr. AsiaNews 16/10/2008, Per almeno cinque mesi all'anno i timoresi vanno a letto affamati).