Presidenziali 2012, Soong annuncia la candidatura e cita minacce di Pechino
Il fondatore del People First Party conferma di voler correre alle elezioni, previste per il prossimo 14 gennaio, ma accusa Pechino di ingerenze nella campagna elettorale. Entra nel vivo lo scontro nell’isola per il prossimo presidente.
Taipei (AsiaNews) – Entra nel vivo la campagna per le prossime presidenziali di Taiwan, che si svolgeranno il 14 gennaio. James Soong, fondatore del People First Party, ha infatti annunciato l’intenzione di candidarsi “per spezzare il predominio dei due partiti maggiori” ma ha accusato Pechino di “volerlo boicottare” per evitare che il nazionalista Ma – considerato il favorito del governo cinese – possa perdere voti preziosi.
La denuncia, rilanciata in un’intervista al giornale Next, non è priva di fondamento: nel 2000, infatti, Soong uscì dal Kuomintang – il Partito nazionalista, considerato vicino agli interessi della Cina continentale – e divise l’elettorato. Quella mossa portò alla prima elezione di Chen Shui-bian, candidato del Partito democratico progressista, ferocemente anti-Pechino e fautore di politiche indipendentiste.
Dopo i due mandati di Chen (conclusi con un dubbio processo e una ancor più dubbia condanna per corruzione), il potere a Taipei è passato nelle mani di Ma Ying-jeou: l’ex sindaco della capitale ha aperto l’isola a nuovi rapporti con l’ex madrepatria fino a firmare uno storico accordo per il libero commercio. Pechino, tuttavia, continua a considerare Taiwan una provincia ribelle da riconquistare.
Da parte sua, Soong – 69 anni, ex governatore provinciale – si dichiara “non ostile” alla Cina continentale e ha aggiunto di voler migliorare ancora di più i legami fra i due lati dello Stretto di Taiwan. Ma considera l’isola “più importante di qualunque altra cosa” e dice di voler lavorare “affinché la popolazione possa tornare a vivere con dignità e orgoglio per il proprio sistema politico, libero e democratico”.
La denuncia, rilanciata in un’intervista al giornale Next, non è priva di fondamento: nel 2000, infatti, Soong uscì dal Kuomintang – il Partito nazionalista, considerato vicino agli interessi della Cina continentale – e divise l’elettorato. Quella mossa portò alla prima elezione di Chen Shui-bian, candidato del Partito democratico progressista, ferocemente anti-Pechino e fautore di politiche indipendentiste.
Dopo i due mandati di Chen (conclusi con un dubbio processo e una ancor più dubbia condanna per corruzione), il potere a Taipei è passato nelle mani di Ma Ying-jeou: l’ex sindaco della capitale ha aperto l’isola a nuovi rapporti con l’ex madrepatria fino a firmare uno storico accordo per il libero commercio. Pechino, tuttavia, continua a considerare Taiwan una provincia ribelle da riconquistare.
Da parte sua, Soong – 69 anni, ex governatore provinciale – si dichiara “non ostile” alla Cina continentale e ha aggiunto di voler migliorare ancora di più i legami fra i due lati dello Stretto di Taiwan. Ma considera l’isola “più importante di qualunque altra cosa” e dice di voler lavorare “affinché la popolazione possa tornare a vivere con dignità e orgoglio per il proprio sistema politico, libero e democratico”.
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