Presidenziali, il Tibet rischia di affondare i nazionalisti
Il candidato del Partito democratico ha criticato l’appoggio espresso dal suo avversario alle manifestazioni di Lhasa: il Kuomintang, dice, vuole svendere Taiwan alla Cina per farla divenire un nuovo Tibet. Le urne si aprono il 22, risultato ancora incerto.
Taipei (AsiaNews) – Il Tibet rischia di divenire un’arma a doppio taglio per i candidati alla presidenza taiwanese, che il prossimo 22 marzo affronteranno l’esame delle urne per decidere chi dovrà succedere a Chen Shuibian, che termina il suo secondo mandato consecutivo. Il candidato del Partito democratico, Frank Hsieh Chang-ting, ha infatti usato l’appoggio ai manifestanti di Lhasa espresso dal suo rivale, il nazionalista Ma Ying-jeou, per paventare l’ipotesi di una “Taiwan svenduta a Pechino, un nuovo Tibet”.
L’accusa ha trovato ampio spazio sui media taiwanesi e nel corso delle manifestazioni elettorali: gli stessi sostenitori del Kuomintang contestano a Ma il “troppo dialogo” con la Cina, e la sua ricetta per far ripartire il dialogo con Pechino – nuovi investimenti e possibilità di contatti più stretti fra i due governi – è guardata con sospetto da entrambi gli schieramenti. Inoltre, Frank Hsieh non ha risparmiato al suo avversario pesanti attacchi sulla questione della nazionalità del candidato Kmt, nato ad Hong Kong e per un periodo residente negli Stati Uniti.
Da parte sua, il Partito democratico ha espresso “pieno appoggio” alle manifestazioni di Lhasa: il presidente Chen ha indicato nella protesta dei monaci buddisti il “chiaro segnale di un’insofferenza profonda alla dominazione cinese”, ed ha invitato la popolazione a votare per il prossimo referendum sull’indipendenza dell’isola, previsto sempre per il 22.
Gli analisti non si sbilanciano sul risultato elettorale. Il Kuomintang ha riportato alle ultime elezioni legislative una vittoria schiacciante, con oltre il 70 % delle preferenze ottenute, ma la questione presidenziale è in qualche modo staccata dal gradimento dei Partiti di riferimento e si gioca esclusivamente sui candidati. Inoltre, un fattore di enorme importanza è rappresentato dal timore dei taiwanesi di avere al governo e nel Palazzo presidenziale lo stesso schieramento politico.
In particolar modo, i nativi dell’isola - che rappresentano la maggioranza della popolazione – temono un ritorno della dominazione marziale instaurata da Chiang Kai-shek dopo la fuga dalla Cina maoista e decaduta soltanto nel 1987. Per fugare questi dubbi, Ma si è presentato agli ultimi dibattiti con il costume tradizionale degli aborigeni, provocando lo scherno dei suoi avversari.
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