Presentato a Mosca il “Gesù di Nazareth” di Benedetto XVI in russo
Con una tiratura iniziale di 20mila copie esce in lingua russa il volume del Papa dedicato a Gesù. Alla presentazione sono intervenuti tra gli altri Igor Vyžanov, segretario del Dipartimento per le relazioni esterne del patriarcato di Mosca, l’arcivescovo mons. Paolo Pezzi e il nunzio mons. Antonio Mennini.
Mosca (AsiaNews) - Il Centro Culturale Biblioteca dello Spirito di Mosca ha ospitato la presentazione dell’edizione in russo del “Gesù di Nazareth” di Benedetto XVI. All’incontro del 2 dicembre sono intervenuti padre Igor Vyžanov, segretario del Dipartimento per le relazioni esterne del patriarcato di Mosca, l’arcivescovo della Madre di Dio a Mosca, mons. Paolo Pezzi, il nunzio apostolico mons. Antonio Mennini, e il direttore della casa editrice Azbuka, Denis Veselov.
La tiratura iniziale del libro, 20mila copie, rivela le attese dell’editore rispetto al libro del Papa. Veselov spiega: “L’abbiamo pubblicato perché ci è sembrato un libro importante per tutti, che ci rimanda a 1000 anni fa, quando sopra le divisioni prevaleva la comune identità cristiana, quando eravamo tutti cristiani”.
Il direttore di Azbuka, casa editrice laica con un ampia rete di distribuzione nel Paese, lancia il volume “anzitutto come la riflessione di un saggio su ciò che c’è di più importante nella vita”, la “questione fondamentale” cioè “la scoperta dell’autentico significato di Gesù Cristo”.
Il teologo Ratzinger non è sconosciuto al pubblico russo. Già nel 2006 il suo “Introduzione al cristianesimo” era stato editato dalla Biblioteca dello Spirito di Mosca con la prefazione del metropolita Kirill, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca.
Padre Igor Vyžanov (nella foto durante il suo intervento) ha salutato la scelta della casa editrice Azbuka mettendola in relazione con il precedente del 2006 che indica il terreno su cui può crescere un ecumenismo autentico.
Il rappresentante del patriarcato di Mosca ha spiegato a questo proposito: “Partecipo spesso a incontri o forum internazionali con altri cristiani, però si parla troppo spesso delle conseguenze del cristianesimo - la salvaguardia della natura, il problema culturale… (cose sicuramente importantissime) - ma si dimentica che il fondamento di tutto è Cristo. Questo libro ci riporta al centro della nostra fede.”
Mons. Pezzi, presentando i contenuti del volume e rispondendo alle domande del pubblico, ha sottolineato il “paradosso affascinante” del “Gesù di Nazareth” scritto dal Papa in veste di semplice credente e studioso appassionato “che per tutta la vita si è sforzato di approfondire la sua personale conoscenza di Gesù e le ragioni della sua fede in Lui”.
A sottolineare l’attualità della testimonianza portata dal volume del Papa, l’arcivescovo ha affermato che “'Gesù di Nazareth' è il libro di un ‘europeo dei nostri giorni’ che conosce e ha vissuto dall’interno, da protagonista, il travaglio difficile dell’incontro-scontro tra scienza e fede, proprio al nostro tempo. Ma da questo travaglio egli è uscito rafforzato e arricchito nelle ragioni stesse della sua fede e così vuole comunicarcele”.
Mons. Mennini ha posto l’accento sulla centralità del rapporto fede-ragione nel libro e più in generale nel magistero di Benedetto XVI. Il nunzio ha segnalato il filo rosso che lega in questo senso i discorsi del Papa a Regensburg, all’Università La Sapienza di Roma e al Collège des Bernardins di Parigi.
Affiancando il “Gesù di Nazaret” ad un classico come “Il Signore” di Guardini, mons. Mennini ha quindi sottolineato alcuni punti di consonanza tra il pensiero di Ratzinger e la tradizione cristiana orientale: tra questi, l’amore al monachesimo e l’insistenza sulla verità come esperienza integrale.
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