Precipitano i profitti industriali delle imprese cinesi
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Crollo record dei profitti industriali per le imprese cinesi, scesi del 22,9% da gennaio a maggio 2009 rispetto al 2008. L’Ufficio nazionale di statistiche (Uns), nel comunicare oggi i dati, ostenta comunque un cauto ottimismo e osserva che vi è stato un significativo rallentamento nell’ultimo periodo, dopo che a gennaio e febbraio il declino era stato del 37,3% rispetto al 2008.
Peraltro questo minor peggioramento appare dipendere dal mero aggiustamento del mercato all’attuale situazione di declino, grazie a un aumento del consumo interno (anche per la diminuzione di molti prezzi alla vendita), alla diminuzione dei costi e alla stabilizzazioni dei prezzi per i produttori. Hanno anche contribuito i robusti investimenti attuati dal governo cinese in vari settori. Per stimolare il consumo interno, Pechino ha persino ordinato ai governi locali di comprare i prodotti cinesi locali.
Oggi il ministro cinese per il Commercio è ritornato sul problema, per dire che tale misura non costituisce “protezionismo”o discriminazione verso i produttori esteri, ma vuole solo invitare i funzionari locali ad analisi approfondite su quale sia il prodotto più adatto per le esigenze pubbliche.
L’Uns osserva che soprattutto il minor prezzo per carburante e materie prime ha rallentato la caduta dei profitti industriali.
Esperti notano che il problema è grave soprattutto perché appare strutturale, legato alla chiusura di decine di migliaia di fabbriche con decine di milioni di migranti che hanno perso lavoro.
Inoltre il dato comprende soltanto le imprese di una certa dimensione, lasciando fuori la gran parte dei piccoli produttori, ovvero proprio i soggetti più colpiti dalla crisi finanziaria globale.
Nel primo trimestre 2009 l’economia cinese è cresciuta del 6,1%: dato che analisti ritengono troppo basso anche soltanto per coprire la nuova offerta di lavoro nel periodo.
Ma l’Uns è ottimista e prevede una crescita superiore all’8% nel terzo trimestre 2009 e oltre il 9% nel quarto trimestre. L’Ufficio non spiega su cosa siano fondate queste stime, che appaiono non rispondenti ai dati obiettivi.
17/08/2009