Preah Vihear: team indonesiano sorveglia la fragile tregua fra Bangkok e Phnom Penh
Jakarta, presidente di turno Asean, ha allestito una squadra chiamata a monitorare la frontiera fra i due Paesi. Il team sarà composto da civili e militari disarmati, che potranno muoversi lungo il confine e su entrambi i fronti. Ancora lontano il cessate il fuoco. Bangkok: non ritiriamo l’esercito.
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Il Ministro indonesiano della difesa si prepara a inviare un team di osservatori al confine fra Thailandia e Cambogia, nell’area teatro di violenti scontri fra gli eserciti dei due Paesi nelle scorse settimane. La squadra dovrà monitorare il rispetto della parziale “tregua” raggiunta, sebbene non vi siano riferimenti ufficiali circa un cessate il fuoco fra i due fronti. Sarà Jakarta a guidare le operazioni di controllo lungo i confini perché l’Indonesia è presidente di turno dell’Asean, l’associazione che riunisce 10 nazioni del Sud-est asiatico.
In riferimento al team che controllerà i confini, Purnomo Yusgiantoro, ministro indonesiano della difesa, spiega che “stiamo preparando osservatori per entrambi i fronti”. Ieri Phnom Penh e Bangkok hanno raggiunto un accordo per una tregua – ma non il cessate il fuoco – e hanno chiesto all’Indonesia – presidente di turno Asean – di presidiare la frontiera. Jakarta ha accolto la richiesta allestendo una squadra per “osservazioni preliminari”, ma precisa che non si tratterà di una “forza di pace” e i suoi membri (civili e militari) non saranno armati. Il Ministero cambogiano degli esteri aggiunge che gli osservatori avranno a disposizione elicotteri e carri per muoversi nell’area.
Intanto il premier thai Abhisit Vejjajiva sottolinea che l’esercito non abbandonerà i confini, perché il Paese ha il diritto di “proteggere la sovranità nazionale e rispondere se i suoi diritti vengono violati”. Il Primo Ministro conferma l’incontro con la delegazione Unesco – attesa per il prossimo 25 febbraio – per spiegare i “reali problemi” che hanno determinato la crisi fra Thailandia e Cambogia.
La disputa sui confini tra Bangkok e Phnom Penh è in corso dal 1962, quando la Corte internazionale ha attribuito alla Cambogia il controllo delle rovine del tempio indù di Preah Vihear. La zona dove sorge il tempio è considerata territorio cambogiano, ma è circondata da scoscesi dirupi coperti di giungla che la Thailandia considera suoi. Inoltre per la morfologia del territorio il sito è impossibile da raggiungere passando dalla Cambogia.
Dopo anni di trattative, la disputa si è riaccesa nel 2008, quando l’Unesco ha deciso di trasformare il tempio in patrimonio mondiale dell’umanità, imponendo a Bangkok di consentirne l’accesso attraverso i suoi confini. In questi anni sono avvenuti diversi scontri tra i due eserciti dislocati nei pressi del sito. L’ultimo risale all’aprile 2009 ed è costato la vita a quattro soldati thai.
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