Post tsunami: aiuti governativi sfavorevoli a pescatori e Chiesa
Colombo (AsiaNews) – Chiesa cattolica contro governo in Sri Lanka sui programmi di ricostruzione post tsunami. Una delle iniziative statali, quella di ricostruire le abitazioni almeno a 100-200 m. dalla costa, creerebbe difficoltà non solo alla comunità dei pescatori, la più colpita dal disastro del 26 dicembre, ma anche alla Chiesa. La denuncia arriva da p. Sunil de Silva, segretario dell’arcivescovo di Colombo, mons. Oswald Gomis. “Questo provvedimento – ha detto p. de Silva ad AsiaNews – ha sollevato le proteste dei pescatori abituati a vivere e lavorare sulla spiaggia. A loro favore si sono schierate anche Chiesa e opposizione politica in quanto la decisione renderebbe più difficile il lavoro di questa gente”.
La restrizione governativa potrebbe anche indebolire la posizione della Chiesa stessa. Padre de Silva ha spiegato che “il provvedimento disperderebbe la comunità dei fedeli (un terzo dei pescatori è cattolico) diminuendo così l’influenza della Chiesa sulla società”.
Attivisti per i diritti umani hanno da tempo denunciato che i piani statali per la ricostruzione non tengono presente le esigenze delle persone a cui sono diretti. Padre de Silva ha raccontato, ad esempio, che le autorità hanno previsto la costruzione di blocchi di edifici a 4 piani, ma questo “non è quello che ha chiesto la gente”. “Non penso che il governo stia ignorando i bisogni dei sopravvissuti – ha specificato il segretario – ma è tempo che gli aiuti vadano incontro alle aspettative della popolazione”.
Intanto la gente continua ad spettare una casa, mentre tardano ad arrivare gli interventi di riabilitazione previsti dal governo. “Il governo – denuncia il sacerdote - non ha ancora cominciato la ricostruzione, la gente aspetta e aspetta, consapevole che ci vorrà tempo. La popolazione ha fatto tutto quello che poteva, ora tocca alle autorità”.
In attesa dell’attuazione dei piani governativi la Chiesa porta avanti i suoi programmi: vengono riparate e costruite abitazioni e in alcune zone la gente è tornata a casa. P. de Silva ha sottolineato che ora le priorità sono assistere i pescatori e ricostruire le scuole. Martedì scorso, mons. Gomis ha organizzato un meeting per monitorare lo stato dei soccorsi e pianificare la seconda fase di intervento. Verranno istituiti 3 uffici, uno per ogni regione colpita, dove gli sfollati potranno recarsi per chiedere aiuto.
A un mese dalla tragedia, p. de Silva racconta che la solidarietà è ancora “forte” tra i sopravvissuti, al di là dell’etnia e della religione e che gli aiuti raccolti dalla Chiesa ora vengono inviati ad est, dove maggiore è il bisogno.06/01/2005