Possibile crisi di governo se Israele continua gli insediamenti a Gerusalemme est
di Joshua Lapide
Minacce di abbandono della coalizione di governo da parte del Labour. I nuovi 1600 insediamenti rischiano di eliminare per sempre la possibilità che Gerusalemme est sia la capitale del futuro Stato palestinese. Il governo di Tel Aviv ha in progetto 50 mila nuove case nella zona araba e nelle vicinanze.
Gerusalemme (AsiaNews) – Il Labour party potrebbe abbandonare la coalizione governativa, creando una crisi di governo, se va avanti la decisione di costruire 1600 nuovi insediamenti nella zona est di Gerusalemme, occupata da Israele nel 1968.
Shalom Simhon, ministro dell’agricoltura nel governo Netanyahu e membro del partito Labour, ha dichiarato oggi che membri del suo partito “hanno difficoltà sempre maggiori nel prendere parte alla coalizione governativa” a cui essi hanno aderito “col proposito di rilanciare il processo di pace con i palestinesi”.
Il ministero degli interni ha approvato la costruzione di 1600 nuove case a Ramat Shlomo, nella zona araba di Gerusalemme. La decisione è avvenuta in concomitanza con la visita in Israele del vice-presidente Usa Joe Biden, che vorrebbe far riprendere il processo di pace. Il nuovo progetto di insediamenti pone nuovi ostacoli al dialogo con i palestinesi, che vorrebbero un congelamento delle colonie ebraiche nei territori occupati come condizioni alla ripresa del dialogo.
Gli insediamenti in territorio occupato sono illegali secondo le regole internazionali. La loro crescita a Gerusalemme est rischia di eliminare per sempre la possibilità che essa possa diventare un giorno la capitale di uno Stato palestinese.
Secondo il giornale Haaretz, per i prossimi anni il governo ha pianificato la costruzione di 50 mila nuove case a Gerusalemme est e nelle vicinanze. Il ministero israeliano degli interni si giustifica dicendo che lo sviluppo ebraico di Gerusalemme può avvenire solo ad est, nella zona palestinese, perché i progetti ad ovest sono stati bloccati da gruppi ambientalisti.
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