Poso, seconda richiesta di clemenza per i cattolici condannati a morte
Le famiglie di Fabianus Tibo, Dominggus "Domi" da Silva e Marinus Riwu, condannati alla pena capitale per la loro presunta partecipazione alle violenze di Poso del 2000, chiedono la grazia al presidente Susilo. Gli avvocati: "Dovete ascoltarci, nuove testimonianze invalidano tutte le accuse".
Palu (AsiaNews) Le famiglie dei tre cattolici indonesiani condannati a morte per le violenze di Poso del 2000 hanno presentato oggi, 27 marzo, una richiesta di clemenza al presidente Susilo Bambang Yudhoyono. La lettera è stata presentata al Palazzo di Stato dal Padma il gruppo di avvocati che difendono Fabianus Tibo, Dominggus "Domi" da Silva e Marinus Riwu ed una copia è stata consegnata ad Andi Alfian Mallarangeng, portavoce del presidente.
Sempre oggi Stephen Roy Rening, coordinatore del gruppo di difesa, ha presentato un documento ufficiale nel corso di una conferenza stampa a Jakarta. Il documento afferma che la richiesta di clemenza è stata presentata al presidente dopo che "nuovi, importanti sviluppi sono stati resi noti da alcuni testimoni delle violenze di Poso del 2000".
"Almeno nove testimoni oculari ha detto il legale hanno testimoniato davanti alla Corte di giustizia di Palu il 9 marzo scorso ed hanno negato la presenza di Tibo sul luogo incriminato nel momento in cui venivano uccisi dei musulmani". E' inoltre "falsa al 100 % l'accusa secondo cui Tibo era a capo di un esercito composto da circa 700 cristiani che avrebbe attaccato i musulmani di Poso il 14 maggio del 2000".
L'altra accusa, la partecipazione di Tibo alla "Armata Rossa" [gruppo di circa 130 guerrieri cristiani ndr], è stata smentita da altri cinque testimoni che hanno visto l'accusato in un orfanotrofio cristiano nei pressi della parrocchia di Santa Teresa a Poso nel giorno e nell'ora in cui l'Armata ha attaccato un gruppo di preghiera musulmano: i luoghi sono distanti oltre tre chilometri.
Secondo gli esperti del Padma, il presidente Susilo ha il diritto di sospendere la pena di morte per questo caso: Rening dice che secondo il regolamento n° 2 del 2003, "il capo dello Stato ha la piena possibilità di sospendere o cancellare la pena di morte oltre a poter perdonare ogni condannato". Quella di oggi è la seconda richiesta di clemenza inviata al governo: la prima, del 13 aprile 2005, è stata rigettata.
Intanto, la popolazione esprime il proprio sostegno ai condannati: all'inizio della settimana un gruppo di oltre 500 persone ha manifestato a Jakarta chiedendo l'annullamento della sentenza. Fra i partecipanti vi erano membri di organizzazioni non governative molto note nel Paese: Indonesian Flobamora Community, Imparsial, Legal Aid Institute (LBH), Kontras, Kapal Perempuan e l'Associazione indonesiana degli studenti cattolici.
In testa alla manifestazione vi era un cartello che recitava: "Fate uscire la verità: chiediamo la liberazione di Tibo, da Silva e Riwu".