Politici musulmani: tornare alle radici dell'islam e aprirsi al dialogo
Leader asiatici riflettono sui pericoli di divisioni del mondo islamico e sulle possibilità della convivenza.
Islamabad (AsiaNews) I paesi musulmani si interrogano su come arginare le deviazioni dell'islam nel tentativo di promuovere l'armonia interreligiosa e arginare il terrorismo. È avvenuto a Islamabad, dove il primo ministro pakistano Shaukat Aziz ha incontrato lo scorso fine settimana il principe El-Hassan bin Talal di Giordania, l'ex premier malaysiano Mahathir Mohammed e il leader sudafricano Ahmed Kathadara. Tutti i leader musulmani si sono trovati d'accordo nel giudicare pericolose le divisioni all'interno dell'islam, a causa delle diverse interpretazioni di fede. Secondo i partecipanti, per fermare il terrorismo e promuovere lo sviluppo economico, c'è bisogno di maggiore dialogo e al confronto.
In quest'occasione Aziz ha fatto notare l'aumento della conflittualità tra le denominazioni musulmane. Il 2004 è stato l'anno più grave per gli scontri tra sciiti e sunniti in Pakistan. Egli ha poi sottolineato la necessità di rinvigorire l'Organizzazione della conferenza islamica per sostenere le sfide di fronte alle quali si trovano i paesi musulmani. Il premier pakistano ha poi indicato nella Malaysia, uno dei migliori esempi di armonia interreligiosa e ha incoraggiato le altre società musulmane a emularla.
Della stessa opinione il principe Hasan bin Talal, che ritiene pericolosa per gli stessi paesi musulmani la divisione tra sunniti e sciiti: "La nazione è di tutti e la religione di Allah".
Talal si è soffermato sul bisogno di sviluppare una strategia che metta in comunicazione i musulmani tra loro e con le altre realtà religiose. Egli ha spiegato che il dialogo e una cultura della solidarietà sono necessarie per rimuovere estremismo e violenza: "Imbracciare un kalashnikov e sfidare il mondo non aiuta alcuna causa". Secondo il principe giordano la soluzione è "essere aperti al negoziato, senza compromettere i nostri principi".
L'ex premier malaysiano, Mahatir, ha voluto sottolineare l'importanza di istituzioni democratiche per lo sviluppo reale di un paese: "Bisogna capire che le cose non possono cambiare con violenza e uccisioni, ma attraverso elezioni". Egli ha aggiunto che solo questa comprensione porterà a paesi stabili, dove la politica si formula per raggiungere la prosperità economica.
Parlando della Jihad, Mahatir ha spiegato che questa è una lotta contro un oppressore ed equipararla al terrorismo è sbagliato. "La Jihad - ha aggiunto - non comporta il terrorismo".
26/11/2018 08:13