Più di 11 mila industrie chimiche minacciano d'inquinare i grandi fiumi cinesi
Per Zhou Shengxian, direttore dell'Amministrazione statale per la protezione ambientale, costituiscono "una seria minaccia" alle risorse d'acqua potabile. La cause sono da cercare "nella cieca corsa allo sviluppo economico fatta dai quadri locali in tutta la nazione".
Pechino (AsiaNews/Scmp) Oltre la metà delle industrie chimiche cinesi sono situate sulle rive dei maggiori fiumi del Paese e costituiscono "una seria minaccia" alle risorse d'acqua potabile.
Zhou Shengxian, direttore dell'Amministrazione statale per la protezione ambientale, ha avvertito ieri il governo delle "inconcepibili conseguenze" che potrebbero derivare da incidenti simili a quello che ha contaminato nel 2005 il fiume Songhua.
"Secondo un recente sondaggio nazionale ha detto ad un incontro con la stampa la Cina ha oltre 21 mila industrie chimiche e circa 11 mila sono costruite sulle rive del fiume Giallo o dello Yangtze".
Secondo il sondaggio molte industrie sono state costruite "in posti inappropriati", senza le previsioni sull'impatto ambientale obbligatorie per legge: oltre 100 di queste rappresentano al momento "un serio rischio per la sicurezza".
Zhou ha spiegato che il sondaggio "si è reso necessario" dopo la "peggiore crisi chimica della nazione", quella derivata dall'esplosione di un impianto chimico a Jilin. I particolari dello studio saranno resi pubblici dopo i festeggiamenti per il Nuovo anno lunare.
Le cause di questa situazione "si devono cercare nella cieca corsa allo sviluppo economico fatta dai quadri locali in tutto la nazione". "Nei primi dieci anni di vita della Repubblica popolare cinese sottolinea abbiamo privilegiato la crescita economica sacrificando l'ambiente".
"Il governo conclude - ha effettuato alcune modifiche necessarie alle politiche attualmente vigenti per la protezione dell'ambiente e sta cercando di frenare quell'atteggiamento che potremmo definire 'prima distruzione ed inquinamento e poi cerchiamo delle soluzioni'".