29/01/2013, 00.00
VIETNAM
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Phu Yen: 22 attivisti vietnamiti a processo per sovversione

Gli imputati avrebbero violato l’articolo 79 del Codice penale e rischiano persino la condanna a morte. Per le autorità essi cospiravano al fine di “rovesciare” il legittimo governo comunista. La moglie del leader del gruppo si difende: è un organismo religioso e ambientalista, non politico.

Hanoi (AsiaNews/Agenzie) - "Sovversione" e tentativo di "rovesciare" il legittimo governo comunista del Vietnam. Con queste accuse, che possono portare fino alla condanna a morte, sono finiti sotto processo circa 22 persone, membri di un poco conosciuto gruppo religioso e ambientalista attivo nel centro e nel sud del Paese. Il dibattimento è iniziato ieri nella provincia di Phu Yen e dovrebbe durare almeno cinque giorni, prima che i giudici emettano la sentenza. Secondo le cronache, il procedimento è fra i più importanti per numero di imputati nella storia recente della nazione asiatica.

I 22 membri del gruppo Hoi Dong Cong Luat Cong An di Bia Son (Consiglio per il diritto e gli affari pubblici di Bia Son, una montagna della provincia di Phu Yen) devono rispondere di violazione dell'articolo 79 del Codice penale. Attivisti ed esperti di questioni legali sottolineano che la norma, in passato, è stata usata più volte per reprimere il dissenso e silenziare l'opposizione democratica. Essi rischiano la pena capitale, sebbene Hanoi non abbia mai giustiziato prigionieri condannati per attività politiche contro lo Stato.  

Ad oggi non si hanno molte informazioni in merito al gruppo ambientalista, guidato dal 65enne Phan Van Thu, che le autorità vietnamite bollano come "terrorista". Al momento del fermo, nel febbraio scorso, i media di Stato hanno denunciato il tentativo di creare un movimento sovversivo, col pretesto di "reclutare persone per una campagna ambientalista". Gli appartenenti sarebbero oltre 300, sparsi nel centro-sud del Paese.

Raggiunta da Radio Free Asia (Rfa) Vo Thi Thuy, moglie del leader sotto processo, riferisce che i membri del gruppo sono "religiosi" e si battono per la tutela dell'ambiente, per "garantire un buon posto di soggiorno o un luogo di relax per chi ha bisogno di rinfrancare lo spirito". Le famiglie degli accusati precisano inoltre di non aver chiesto una tutela legale, perché sono convinti che gli imputati potranno difendersi da soli, dimostrando che hanno agito entro le regole della giustizia e della legalità.

Procedimenti e condanne per "sovversione" o attività anti-rivoluzionarie sono una pratica comune in Vietnam, il più delle volte sfruttata per colpire la dissidenza o soffocare la libertà religiosa, come avvenuto di recente. Nei primi giorni dell'anno, infatti, il tribunale del popolo di Nghe An (nel Vietnam centrale) ha emesso la sentenza per i 14 cattolici  accusati di "sovversione" contro lo Stato. Il gruppo rischiava la pena di morte. Tre degli imputati - Hồ Đức Hòa, Đặng Xuân Diệu, Lê Văn Sơn - sono stati condannati a 13 anni di prigione ciascuno. Gli altri 11 hanno ricevuto condanne da 3 a 8 anni. Il gruppo dei 14 cattolici era accusato di far parte di un movimento detto Viet Tan, un gruppo non violento che sostiene la democrazia, che le autorità considerano "terrorista".

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