Phnom Penh: due ong denunciano i microprestiti 'sconsiderati'
Lo scopo della microfinanza dovrebbe essere quello di garantire accesso ai servizi finanziari anche alla popolazione più povera. In Cambogia però la mancanza di politiche di controllo ha generato nelle aree rurali una crisi del debito.
Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) - La settimana scorsa due gruppi della società civile cambogiana hanno denunciato i “gravi danni” commessi dagli istituti di microfinanza nel Paese. Licadho ed Equitable Cambogia sostengono che l’International Finance Corporation (Ifc), il ramo della Banca centrale che si occupa degli investimenti privati, non abbia svolto la due diligence necessaria per quanto riguarda i progetti di microcredito in Cambogia, portando le famiglie all’indebitamento estremo e alla conseguente violazione di una serie di diritti umani. Secondo le due ong, sei istituti di credito finanziati dall’Ifc detengono circa il 75 per cento dei microprestiti cambogiani.
Non sarebbe un problema se la concessione di prestiti non venisse fatta anche a chi non può permetterselo: la crescita del settore della microfinanza (promosso negli ultimi vent’anni come soluzione al sottosviluppo delle aree rurali) ha portato con sé un aumento sproporzionato degli indebitamenti. Secondo un’indagine del governo per il 2019 e 2020, l’importo medio del debito per famiglia è aumentato dell’85% su base annua, passando da 9,6 milioni di riel (circa 2.200 euro) a 17,7 milioni (4.185 euro).
Nelle aree rurali l’indebitamento si intreccia con la proprietà di terreni perché i microprestiti di solito vengono collateralizzati con titoli fondiari: ciò vuol dire che l’inadempienza di un pagamento si traduce con la perdita della terra, spesso unica fonte di reddito e sostentamento per le famiglie cambogiane. Oltre alla vendita forzata di terreni, gli alti debiti generano lavoro minorile e forzato e migrazioni, spiegano Licadho ed Equitable Cambogia. L’Ifc ha comunicato che esaminerà le osservazioni fatte dalle ong.
Nel 2017 il governo cambogiano aveva riconosciuto la necessità di intervenire con regolamenti che andassero a rivedere l’obbligo di usare titoli fondiari come garanzia e ponessero un tetto a tassi di interesse troppo alti. Le modifiche attuate con due decreti ministeriali non hanno però avuto gli effetti sperati: secondo alcune indagini dell’anno scorso la decisione di porre un limite ai tassi di interesse - fissati al 18% - ha portato gli istituti di credito ad aumentare le spese di amministrazione e ad allontanare i clienti più piccoli. In questo modo si stravolge però lo scopo originario della microfinanza, che è quello di fornire accesso ai servizi finanziari anche a chi appartiene a fasce di reddito più basse.
Al momento le leggi cambogiane non limitano il sequestro delle garanzie se i mutuatari sono inadempienti e non esiste un meccanismo che garantisca la correttezza delle pratiche. Spesso chi chiede un prestito non ottiene adeguate informazioni finanziarie e molti istituti di credito non si assicurano che i prestiti vengano utilizzati a scopi produttivi.
14/12/2017 08:34
02/10/2023 08:58