Phnom Penh testa 200 lanciarazzi. Vertici Asean: preoccupati per una escalation militare
Il governo cambogiano ha sperimentato 200 vettori di fabbricazione sovietica in una zona montagnosa al centro del Paese. Il segretario generale Asean parla di segnale “sbagliato” di instabilità nella regione. Phnom Penh e Bangkok smorzano i toni, ma restano i timori di uno scontro.
Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) – Il governo cambogiano ha testato circa 200 lanciarazzi BM21, di fabbricazione sovietica, in una zona montagnosa della provincia di Kampong Chhnang, 80 km circa a nord di Phnom Penh. L’esercitazione è avvenuta ieri e ha destato più di una preoccupazione fra i vertici dell’Asean – associazione che riunisce 10 Paesi del Sud-est asiatico – secondo cui la Cambogia potrebbe inviare un messaggio sbagliato al mondo. La crisi diplomatica con la Thailandia non è ancora superata e il pericolo di una escalation militare resta concreta.
Surin Pitsuwan, segretario generale Asean, sottolinea che i test militari possono essere letti come segnale di instabilità nella regione. “Siamo molto preoccupati – aggiunge – per gli sviluppi” e assicura analisi approfondite.
Phnom Penh ha lanciato circa 200 lanciarazzi BM21, di derivazione sovietica, centrando bersagli – spiegano fonti militari – distanti dai 20 ai 40 km. I test si sono svolti nella provincia di Kampong Chhnang, in un’area remota e montagnosa al centro del Paese.
Il premier cambogiano Hun Sen ha precisato che gli esperimenti militari sono volti al miglioramento delle difese nazionali “in caso di invasione” e non intendono ostentare una potenza bellica, in un momento di tensione con la vicina Thailandia. Il Primo ministro thai Abhisit Vejjajiva smorza i toni, sottolineando che il Paese non ha particolari problemi con “esercitazioni interne” altrui, una pratica normale per qualsiasi nazione.
Tuttavia, i test missilistici si aggiungono a una situazione di tensione presente da tempo nell’area. Fra i motivi di controversia la zona di confine che circonda il tempio indù di Preah Viher, dichiarato patrimonio mondiale dall’Unesco. Un tribunale internazionale nel 1962 ha assegnato l’edificio alla Cambogia, senza però regolare l’area circostante che è diventata terreno di contrasto fra i due eserciti.
La recente decisione del governo cambogiano di assumere l’ex premier thai in esilio Thaksin Shinawatra come “consulente economico” ha ulteriormente complicato le già fragili relazioni diplomatiche. Thaksin è sotto processo in patria e un tribunale ha ordinato la confisca di metà del suo patrimonio.
Carlyle Thayer, esperto di questioni militari all’Australia’s University of New South Wales, definisce l’esperimento missilistico cambogiano “un colpo di scena” voluto da Hun Sen per “mantenere il sostegno dell’esercito”.
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