08/04/2025, 12.59
CAMBOGIA - CINA
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Phnom Penh riapre la base navale di Ream e prepara l’arrivo di Xi Jinping

L’infrastruttura strategica nel sud-ovest rilanciata grazie al sostegno di Pechino. Manet assicura che il Paese non permetterà basi militari straniere, ma apre le porte agli aiuti (e ai fondi) cinesi. Attesa per la visita di Xi Jinping che vuole approfittare del disimpegno Usa e dei dazi di Trump per rilanciarsi come unico partner affidabile per la regione.

Phnom Penh (AsiaNews) - Dopo aver completato i lavori di ampliamento con il sostanzioso sostegno di Pechino, e a due settimane circa dalla visita del presidente cinese Xi Jinping, le autorità cambogiane hanno riaperto in via formale la base navale di Ream, nella costa sud-ovest del Paese. Tuttavia, l’evento è stato anche l’occasione per il governo di Phnom Penh per affermare - smentendo voci contrarie - che non sarà permesso ad alcuna nazione straniera di stabilire una base sul proprio suolo.

A celebrare la ripresa ufficiale delle attività dell’infrastruttura nella mattinata del 5 aprile scorso era presente lo stesso primo ministro Hun Manet, assieme all’ambasciatore di Pechino in Cambogia e ad un membro della Commissione militare centrale cinese. “Il governo reale della Cambogia guidato dal Partito Popolare Cambogiano, in passato, oggi e in futuro, non violerà la Costituzione per permettere a un singolo Paese straniero di installare una base militare all’interno del proprio territorio” ha dichiarato Manet durante la cerimonia.

La riapertura della base navale di Ream precede di quasi due settimane la visita ufficiale di Xi Jinping in Cambogia, nazione stretta alleata di Pechino nella regione del Sud-est asiatico e per questo oggetto di critiche in passato di altre nazioni Asean. “Non abbiamo nulla da nascondere” ha aggiunto il capo del governo di Phnom Penh nel corso dell’evento. Infine, il capo dell’esecutivo ha voluto estendere il benvenuto a “tutti gli amici” che intenderanno partecipare alle esercitazioni militari congiunte presso la base.

Lo scorso agosto, visitando Ream, un reporter di Radio Free Asia (Rfa) ha potuto constatare il rapido ritmo di sviluppo dei lavori interni alla struttura. Inoltre, secondo alcune fonti rilanciate dal cronista all’interno del cantiere avrebbero operato almeno un centinaio di operai e membri del personale navale cinese, intenti da lavorare “giorno e notte”.

Gli Stati Uniti hanno espresso a più riprese grande preoccupazione per la mancanza di trasparenza nello sviluppo della base di Ream, proprio per il contributo “opaco” del Dragone. Al contempo, altre nazioni vicine della Cambogia, in particolare fra quante rientrano nell’area del Sud-est asiatico, temono che un punto di appoggio strategico nell’area possa garantire a Pechino un migliore controllo sulla penisola indocinese e sul mar Cinese meridionale. 

Come ha sottolineato lo stesso premier durante la cerimonia di riapertura, la Costituzione della Cambogia non consente e non prevede la presenza di basi straniere nel Paese; tuttavia, analisti ed esperti sostengono che Pechino, avendo investito una grande somma di denaro nel progetto, avrebbe un accesso preferenziale a Ream. Difatti il 6 aprile Cina e Cambogia hanno tenuto esercitazioni militari congiunte nell’area, con navi da guerra di entrambi i Paesi che hanno condotto esercitazioni di vario tipo, tra cui manovre di formazione. Secondo quanto riferisce il quotidiano cinese Global Times, il più importante in lingua inglese e cassa di risonanza del partito comunista, i due Paesi probabilmente condurranno altre esercitazioni congiunte utilizzando proprio quella base in futuro.

In questo quadro si inserisce il tour di Xi Jinping in tre nazioni nel sud-est asiatico (fonti rilanciate dai media parlano di Vietnam, Malaysia e Cambogia), segno che la Cina sta cercando di capitalizzare l’attuale disagio regionale sulla direzione della politica statunitense. Il viaggio segnerebbe la prima visita all’estero di Xi del 2025 e la prima nel Sud-est asiatico dall’ultima del dicembre 2023 ad Hanoi e cade in una fase di grande incertezza per i dazi del presidente Usa Donald Trump. Per questo motivo, è molto probabile che Xi sfrutti l’opportunità per rappresentare la Cina come un partner solido e affidabile, contrapponendola alla natura sempre più erratica e sporadica dell’impegno statunitense nella regione. Questo, a sua volta, rafforzerebbe il messaggio di lunga data di Pechino al Sud-Est asiatico: nonostante gli occasionali periodi di tensione, la Cina è una realtà geopolitica, mentre gli Stati Uniti non lo sono. E per quanto riguarda la Cambogia è la conferma delle solide relazioni fra i due Paesi, sebbene il presidente cinese non vi si rechi in visita ufficiale dal 2016. Oltre a incontrare Hun Manet, la visita sarà spunto per sottolineare l’assistenza allo sviluppo fornita dalla Cina, sulla scia dei tagli agli aiuti esteri decisi dalla Casa Bianca. Nelle ultime settimane, mentre i tagli Usa hanno costretto a cancellare i progetti di aiuto in Cambogia, nei settori dell’assistenza sanitaria all’infanzia, della nutrizione, dei servizi igienici e dello sminamento, il governo cinese è intervenuto annunciando progetti simili in sostituzione.

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