13/01/2009, 00.00
PAKISTAN
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Peshawar, libero il pastore protestante rapito. Sul corpo segni di tortura

di Qaiser Felix
L’uomo era stato sequestrato il 9 gennaio scorso. Ancora ignoti gli autori e le cause alla base del gesto. Il vescovo di Peshawar parla di ripetuti episodi di minacce verso i religiosi nella zona e di un clima di “intolleranza religiosa”, ma ribadisce di non voler cedere alla logica della violenza.

Peshawar (AsiaNews) – E' stato ritrovato vivo, ma ferito, Tanzeel Zafar, giovane pastore della Chiesa protestante, rapito il 9 gennaio scorso. Domenica sera è stato trovato vicino alla porta di ingresso della cattedrale di St. John, a Peshawar. Il corpo del pastore, prelevato da due uomini non ancora identificati dall’area di Cantonment, presentava profonde lesioni, frutto delle violenze subite durante il sequestro. Ad annunciarlo è mons. Mano Rumalshah, vescovo di Peshawar, il quale rivela che il corpo del giovane presentava diversi traumi e rigonfiamenti: “Anche se non riusciva a camminare a causa delle ferite – spiega ad AsiaNews il prelato – dalle prime analisi dei medici sembra che non vi siano ossa fratturate”.

Dopo le prime cure al pronto soccorso, il pastore è stato trasferito al Mission Hospital di Peshawar, dove è sottoposto a trattamenti clinici. Asif Bhatti, politico cristiano, membro del Assemblea provinciale del North West Frontier Province, annuncia che sia la famiglia sia le autorità ecclesiastiche hanno sporto denuncia. Egli spiega che le ragioni del sequestro non sono ancora chiare, ma la polizia troverà in breve tempo i responsabili. Mons. Rumalshah dice di non sapere nulla sull’identità dei rapitori, e conferma che le forze dell’ordine “hanno ascoltato il racconto del pastore Zafar e stanno ancora indagando sulla vicenda”.

Il vescovo di Peshawar esclude ragioni di “inimicizia personale” e sottolinea che i rapitori “conoscevano l’identità del pastore e sapevano dove trovarlo”. Il prelato non nasconde le preoccupazioni “per casi analoghi successi in passato”, in alcuni dei quali “le persone non sono tornate vive”. Egli parla inoltre di “lettere minatorie” ricevute dai religiosi del posto e conferma che anche il pastore Zafar “ne aveva ricevute di analoghe”. 

Mons. Rumalshah ribadisce però di non voler cedere alle minacce e che le attività della chiesa continueranno regolarmente: “l’intolleranza religiosa è una minaccia costante. Dobbiamo affrontare la situazione senza scappare”.

Nel giugno scorso i talebani hanno rapito 16 cristiani nell’area di Banarasabad; il giorno successivo sono stati consegnati alle autorità del distretto di Bara, a Peshawar, da militanti del gruppo fondamentalista Lashkar-e-Islam. Nel gennaio del 2008 Sajid William, 29enne pastore protestante, è stato ucciso mentre si trovava al volante della propria auto. Nel maggio 2007 ai cristiani del posto sono state consegnate una serie di lettere in cui si intimava loro di convertirsi all’islam, pena la morte. Nel 2005 alcuni estremisti islamici locali hanno assassinato Babar Samson, pastore e membro di Shelter Now International, e il suo autista.

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