Pescatori di Batticaloa alla fame a causa di pesca illegale e siccità
di Melani Manel Perera
La polizia permette metodi di pesca vietati dalla legge e non punisce i trasgressori. I ricavi ridotti da 2 mila rupie a 50.
Batticaloa (AsiaNews) - I piccoli pescatori della laguna di Batticaloa sono quasi alla fame. La siccità ed il diffondersi di metodi illegali di pesca, tollerati dalle autorità locali, stanno azzerando i loro già magri guadagni.
Da molti mesi non piove sulla zona costiera della North Eastern Province e il livello dell’acqua della laguna si è abbassato a tal punto da far affiorare i sassi dal fondo e rendere impossibile la pesca in molte zone. Ma a colpire la settantina di pescatori dei villaggi dell’area e le loro famiglie non c’è solo l’imponderabile legge della natura. Anche la trasgressione della legge dell’uomo, con il beneplacito delle autorità locali, contribuisce ad aggravare la situazione.
“Il problema principale – spiega ad AsiaNews Nagarasa Sivanesharasaa, segretario della Cooperativa dei pescatori di Mattakkali - sono i metodi illegali che vengono usati da molte persone nella nostra zona”. Reti circolari ed altri strumenti invasivi hanno un impatto ambientale devastante sulla flora marina e ne decimano la fauna.
Il primo divieto a questi metodi di pesca risale al 1996 e nel 21 luglio 2009 la normativa è stata riconfermata con validità su tutto il Paese. Eppure sulle coste del distretto di Batticaloa vige un’illegalità diffusa. I pescatori puntano l’indice contro le autorità accusandole di connivenza. I responsabili della National Fisheries Solidarity Movement(Nafso) affermano che questo “è un chiaro esempio del bisogno di democrazia nel Paese: le legge deve tornare ad essere rispettata” .
Nalliya Yoganayagam, pescatore della zona con quattro bambini da mantenere, è distrutto: “L’anno scorso guadagnavo circa 2mila rupie al giorno [circa 11 euro, ndr], ma ieri ne ho portate a casa solo 500 e oggi 50”.
I pescatori della zona tra Kalladi e Navalladi affermano: “Ci sono circa 500 pescatori che in mare usano strumenti e metodi illegali. Il dipartimento della pesca ha anche comunicato il divieto ma con il benestare della polizia e dell’esercito continuano ad usarli senza problemi”. Timorosi di ritorsioni i pescatori non vogliono rivelare i loro nomi né essere fotografati. Ddicono che “i divieti non contano per gli amici delle autorità” e aggiungono: “Nove pescatori sono stati fermati la settimana scorsa per pesca illegale. Li hanno portati anche in tribunale, ma non gli hanno fatto nulla”.
Grazie ai metodi vietati i pescatori fuori legge vanno in alto mare e fanno razzia di pesci lasciando a bocca asciutta chi rispetta la regole e si mantiene entro i quattro chilometri concessi dalle autorità.
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