12/11/2009, 00.00
TIBET - INDIA - CINA
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Per piacere a Pechino, il governo dell’Arunachal Pradesh preme sul Dalai Lama

di Nirmala Carvalho
Un incontro pubblico trasformato in “cerimonia religiosa”. Giornalisti bloccati a Tewang. Pechino accusa i propositi “anti-cinesi” del viaggio. Ma il Dalai Lama continua a raccogliere decine di migliaia di fedeli.

Tawang (AsiaNews) – Il governo dell’Arunachal Pradesh continua  a fare pressioni sul Dalai Lama e a frenare la presenza di giornalisti al seguito del leader spirituale tibetano.

Ma il primo ministro del governo tibetano in esilio conferma che il programma del Dalai Lama andrà avanti come previsto.

Timorosi delle reazioni sempre più aspre di Pechino, ieri il governo ha domandato al Dalai Lama di trasformare un suo incontro col pubblico a Tawang in un “incontro religioso”.

Oggi il leader tibetano in esilio è partito per Dirang e Bomdi La nel West Kameng, ma il governo ha negato ai giornalisti (stranieri) un’estensione del visa, valido soltanto per gli incontri a Tawang. Secondo alcuni testimoni, i giornalisti rivolgono al Dalai Lama molte domande sulla Cina e questo trasforma il viaggio in una campagna politica critica verso Pechino.

Il viaggio del Dalai Lama in Arunachal Pradesh – dove egli ha passato la sua gioventù - avviene molto spesso, ma quest’anno esso ha ricevuto le critiche più forti da parte della Cina che l’accusa di “provocazione”. Il governo di Delhi ha cercato di difendere la visita affermando che essa ha carattere religioso. Il problema è che l’Arunachal Pradesh, originariamente tibetano, è oggi conteso fra India e Cina.

Ancora ieri il portavoce cinese del ministero degli esteri ha espresso il suo “malcontento” e ha accusato il Dalai Lama di aver fatto emergere finalmente il suo proposito “anti-cinese”.

Il prof.  Samdhong Rinpoche, premier tibetano in esilio, ha garantito ad AsiaNews che “il viaggio del Dalai Lama continua come programmato”.

Dallo scorso 8 novembre, in tutti gli incontri, il leader tibetano raccoglie folle di decine di migliaia di fedeli. “Tutto questo – spiega Rimpoche – mostra la crescente autorità morale e spirituale del Dalai Lama. Mentre egli è molto elogiato nel mondo come figura morale, Pechino continua a disprezzarlo”.

 

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