Per le sanzioni Usa e Ue, Seoul costretta a tagliare le importazioni di greggio iraniano
Seoul (AsiaNews/Agenzie) - La Corea del Sud sarà costretta a sospendere tutte le importazioni di petrolio iraniano a partire dal primo luglio prossimo. I due principali importatori di greggio, la SK Energy e la Hyundai Oil Bank non sono in grado di sottoscrivere polizze assicurative sul trasporto, in seguito alle sanzioni comminate dagli Stati Uniti e dall'Unione europea a Teheran. Fra queste, infatti, vi è anche a partire dal mese prossimo il divieto di assicurare le petroliere che trasportano il greggio estratto da Teheran. L'oro nero è la principale risorsa economica per l'Iran; più volte Europa e Usa hanno cercato di usare il grimaldello delle sanzioni sulle esportazioni, per convincere il governo degli ayatollah ad abbandonare il programma nucleare inviso a Israele e al blocco occidentale.
Seoul è la prima, grande, economia asiatica costretta a interrompere le importazioni del petrolio iraniano. Solo qualche giorno fa, invece, la Cina ha aumentato del 35% le importazioni, portandole a 524mila barili al giorno (cfr. AsiaNews 22/06/2012 Pechino approfitta delle sanzioni contro l'Iran e aumenta le importazioni di greggio). In una nota congiunta i ministeri sud-coreani dell'Economia, delle Finanze e degli Esteri sottolineano che l'esecutivo "continuerà ad adoperarsi per ridurre al minimo gli effetti" del blocco sull'industria nazionale e l'economia, salvaguardando inoltre le "esportazioni verso l'Iran" - in calo nell'ultimo periodo - anche se "le importazioni di petrolio saranno sospese".
Le petroliere sottoscrivono contratti di assicurazione per tutelarsi in caso di incidenti, assalti, danni di natura ambientale. Tuttavia, la maggior parte delle compagnie sono in Europa e questo rende difficile la firma di una polizza. Anche le principali compagnie di assicurazione, infatti, dal primo luglio osserveranno l'embargo contro Teheran. Di recente, molte nazioni asiatiche hanno chiesto al governo iraniano di prendere provvedimenti per aggirare il blocco e garantire la fornitura. L'India ha domandato la piena autonomia dell'Iran nel trasporto e nella stipula di contratti di assicurazione; lo stesso avrebbe fatto Pechino, mentre il Giappone fornirà "garanzie sovrane" a tutela del prodotto.
Le sanzioni economiche, decise da tempo da Washington e Bruxelles, vengono varate dopo il fallimento dei colloqui sul nucleare iraniano fra Teheran e i 5+1 (i membri rappresentanti del Consiglio di sicurezza Onu - Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia, più la Germania) terminati lo scorso 19 giugno a Mosca (Russia). Un nuovo incontro è previsto a Istanbul (Turchia) il prossimo 3 luglio.
Da mesi gli Usa fanno pressioni sulla Cina, primo importatore di petrolio iraniano, e altre nazioni asiatiche per spingerle a un taglio significativo dei contratti petroliferi. E questo per costringere l'Iran a interrompere il programma di arricchimento dell'uranio e abbandonare il temuto sviluppo di armi atomiche. Lo scorso 12 giugno Washington ha esentato l'India e altri sei Paesi da possibili sanzioni economiche, pur non avendo ridotto "in modo significativo" le importazioni di petrolio dall'Iran.