Per l'aviaria Ankara tra drammi e sollievo
Le buone notizie, come la guarigione di tre bambini, si alternano alle cattive, la morte di una giovane. Per la Fao c'è ancora tempo per evitare che l'influenza aviaria in Turchia diventi endemica, a patto di "essere dotati di risorse sufficienti".
Ankara (AsiaNews) - Mentre ormai sul mercato turco è praticamente impossibile trovare carne di pollo o di tacchino, il Paese vive una continua alternanza di notizie liete e drammatiche. Sabato c'era stata grande gioia per il ritorno a casa di due ricoverate in ospedale per l'influenza aviaria, ieri la morte di Fatma Ozcan, oggi l'affermazione della Fao che "abbiamo ancora tempo per evitare che l'influenza aviaria in Turchia diventi endemica", a patto di "essere dotati di risorse sufficienti".
La ragazza morta ieri, Fatma Ozcan, era curata all'ospedale di Van con suo fratello Muhammed, di cinque anni. Il suo decesso porta il bilancio dell'influenza aviaria in Turchia a tre morti ed a 18 persone colpite.
Sabato, invece, Sumeye, ragazzina di 9 anni, e la diciottenne Nasibe, figlia dello zio di Sumeye erano tornate a casa dopo giorni di terapia all'ospedale di Van per aver contratto il virus H5N1. Il dottor Ahmat Faik Oner ha assicurato che ora sono fuori pericolo, benché nei prossimi giorni debbano tornare in clinica per un ulteriore controllo. Soddisfatto della terapia afferma che si è rivelata ottima la cura a base di Tamiflu, somministrato alle pazienti due volte al giorno.
Anche a Samsun, città sul mar Nero, è stato rimandato a casa sano il dodicenne Osman, dopo essersi sottoposto alla stessa terapia in ospedale durata sei giorni. Nei vari ospedali della Turchia sono ricoverati ancora 291 pazienti, per sospetto di influenza aviaria, mentre 33, di cui 24 bambini, sono tuttora sotto cura. L'H5N1 è presente in 13 delle 81 province del Paese, dove si diffonde la notizia che proprio in Turchia il virus dell'influenza aviaria ha subito mutazioni genetiche, ma anche che queste non sono fonte di pericolo per gli uomini, anzi, pare che il virus stesso si sia indebolito.
Ma queste voci sono in contrasto con quelle che circolavano fuori dal Paese, della possibilità che l'aviaria diventi endemica in Turchia. Oggi l'affermazione di Juan Lubroth, esperto di malattie infettive della divisione salute animale della Fao, che al ritorno da una missione in Turchia, si è detto ottimista sulla possibilità di evitare il pericolo, a patto di "essere dotati di risorse sufficienti". A garantire maggiori disponibilità sul fronte economico, oltre alla riunione che si sta tenendo in questi giorni a Pechino fra i Paesi donatori, anche la scelta da parte del governo turco di affidare i provvedimenti da prendere nella lotta all'aviaria ai governatori delle province, che hanno ulteriori risorse e personale. "E questo ha migliorato la situazione".