Per la prima volta una delegazione della Lega Araba si recherà in Israele
L’incontro, previsto per giovedì, servirà agli arabi per “sondare” la reale disponibilità dello Stato ebraico verso il piano di pace che prevede il riconoscimento di tutti i 22 Paesi che fanno parte della Lega in cambio del ritiro nei confini del 1967, la creazione di uno Stato palestinese con capitale Gerusalemme ed una “giusta soluzione” per i rifugiati.
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – Per la prima volta da quando esiste Israele, una delegazione della Lega araba si recherà nello Stato ebraico. Lo scopo è di vedere se è possibile portare avanti l’iniziativa di pace che la stessa Lega ha approvato.
La visita dei rappresentanti dei 22 Paesi aderenti alla Lega dovrebbe avvenire giovedì, secondo l’annuncio venuto da ambienti diplomatici arabi e israeliani, potrebbe avere qualche prospettiva concreta ed è indubbiamente significativa, anche se ad andare a Gerusalemme saranno i ministri degli esteri di Giordania, Abdul-Ilah al-Khatib, ed Egitto, Ahmed Aboul Gheit, gli unici due Paesi ad avere un trattato di pace con lo Stato ebraico.
L'annuncio dell'incontro è venuto nello stesso giorno nel quale il governo israeliano ha confermato la sua volontà di liberare 250 detenuti palestinesi – tutti di Al Fatah – come gesto di buona volontà e di sostegno al presidente dell’Anp, Mahmoud Abbas. Nella lista, però, è esclusa la presenza di Marwan Barghouti, uno dei leader più autorevoli del movimento palestinese, al rilascio del quale Abbas aveva fatto sapere di tenere in modo particolare.
L’incontro di giovedì 12 segue a quello tra gli stessi interlocutori avvenuto il 10 maggio in Egitto e che Tzippi Livni, ministro degli Esteri israeliano definì “storico”. Esso rappresentò il primo passo del “sondaggio” che il summit della Lega araba del 28 marzo delegò a Giordania ed Egitto per comprendere la disponibilità di Israele vero il piano di pace presentato dai sauditi e da essa approvato. Il piano propone il riconoscimento dello Stato d’Israele da parte dei Paesi arabi in cambio di un ritorno dei confini israeliani a prima del 1967, la nascita di uno Stato palestinese con capitale Gerusalemme e una “giusta soluzione” per i rifugiati.
Giudicato un passo positivo da Israele, lo Stato ebraico vuole negoziare i contenuti, gli arabi vogliono che prima accetti il piano e poi si aprano le trattative.
Il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Mark Regev, nel sottolineare l’arrivo “per la prima volta” dei rappresentanti arabi, ha aggiunto che “parleranno di come il piano di pace può rinvigorire il riavvicinamento tra Israele ed i palestinesi”.
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