Per la prima volta Islamabad ammette che gli attentati di Mumbai sono stati organizzati in Pakistan
Islamabad (AsiaNews/Agenzie) – Il ministro pakistano degli Interni, Rehman Malik, ha ammesso oggi, per la prima volta, che “alcune parti della cospirazione collegata agli attacchi terroristi del 26 novembre a Mumbai sono state organizzate nel Paese”. Almeno 6 persone coinvolte sono state arrestate e altre 2 sono ricercate, ma le indagini sono in corso e non si escludono evoluzioni.
Alcuni tra i possibili complici sono indicati come membri del gruppo estremista bandito Lashkar-e-Taiba, tra cui Zia-ur-Rehman Lakhvi e Zarrar Shah che “ha mandato una email che afferma la responsabilità per l’attacco”. Shah è in carcere da dicembre.
Tra gli arrestati ci sono Hamad Amin Sadiq, considerato “principale autore” del complotto e che ha favorito il trasferimento di somme utilizzate per gli attentati, e Javed Iqbal, ritenuto esperto di tecnologie internet che vive a Barcellona. Il denaro è arrivato da Spagna e Italia e sono state usate SIM card telefoniche di Austria e India. Pure in carcere la persona che ha venduto il motore per la barca usata dagli attentatori per accedere a Mumbai via mare.
L’India da subito ha accusato estremisti pakistani per gli attentati, che hanno causato 183 morti. Ciò ha prodotto forti tensioni, anche perché il Pakistan ha dapprima negato qualsiasi responsabilità. Tra i 2 Stati c’è contrasto anche perché l’India chiede l’estradizione dei possibili responsabili, mentre il Pakistan risponde che intende processarli nel suo territorio.
Manca un commento ufficiale dell’India, il cui ambasciatore a Islamabad ha risposto che non ha ancora ricevuto “il rapporto ufficiale” del governo pakistano.