Per favorire la crescita economica l’India taglia i tassi d’interesse
Mumbai (AsiaNews/Agenzie) - Per la prima volta dal 2009, la Banca centrale indiana (Reserve Bank of India, Rbi) taglia i tassi di interesse di 50 punti di base. Il tasso scende così all'8%, rispetto al precedente 8,5%. Obiettivo della Rbi è dare una spinta alla crescita del Paese, che ha chiuso l'anno fiscale 2011-2012 al 6,9%, registrando la sua più debole espansione economica negli ultimi tre anni. La mossa della Banca centrale ha spiazzato analisti ed esperti del settore, che avevano previsto la possibilità di tagli solo di 25 punti base. Duvvuri Subbarao, governatore della Rbi, ha però precisato che potrebbe non esserci spazio per ulteriori tagli, a causa dell'inflazione che continua a essere elevata.
Secondo stime della Rbi, il Pil indiano per l'anno fiscale 2012-2013 crescerà del 7,3%, uno scenario migliore rispetto a quello dello scorso anno, in cui la crescita è stata del 6,9%. Anche il tasso d inflazione dovrebbe attestarsi al 6,5%, invece del 6,9% di quest'anno. Tuttavia, si tratta di un calo minimo, per un'inflazione che resta la più veloce tra quelle delle maggiori economie emergenti (i Brics: Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), e uno dei problemi più gravosi per il Paese.
La Rbi si è resa più che complice del rallentamento della crescita economica dell'India. Per combattere l'aumento dei prezzi, la crisi del debito in Europa e la paralisi politica in materia di investimenti stranieri, tra marzo 2010 e ottobre 2011 essa ha aumentato i tassi d'interesse in modo esponenziale per ben 13 volte.
Secondo Rupa Rege Nitsure, economista della Bank of Baroda di Mumbai, "la Banca centrale deve affrontare una situazione molto difficile, perché mentre la crescita rallenta, l'inflazione resta elevata. Il Paese ha bisogno che il governo centrale acceleri le riforme, per aumentare la capacità dell'economia".
Tuttavia, le riforme in questione riguardano per lo più il settore delle industrie e delle grandi imprese - il 14% della forza lavoro -, protagonisti negli ultimi 15 anni delle liberalizzazioni promosse dal governo indiano. Liberalizzazioni che, al contrario, limitano la produttività di lavoratori autonomi (artigiani, piccoli imprenditori) e agricoltori, sempre più relegati ai margini. Questi settori rappresentano insieme oltre il 90% della forza lavoro dell'India.
30/10/2012
10/10/2022 10:57