Per combattere fame e povertà serve puntare su pesca e agricoltura artigianale
di Melani Manel Perera
Il segretario generale del World Forum of Fisher People (Wffp) è intervenuto ad un forum internazionale della Fao su ambiente, sviluppo e sicurezza alimentare. Per combattere la fame e preservare l’ambiente occorre arginare le multinazionali e promuovere un agricoltura sostenibile legata al territorio.
Negombo(AsiaNews) - Sostenere i coltivatori diretti, i piccoli pescatori, la produzione agricola artigianale ed arginare l’invadenza delle multinazionali. Per Herman Kumara (nella foto), segretario generale del World Forum of Fisher People (Wffp), sono questi alcuni dei passi decisivi per combattere i cambiamenti climatici e rispondere alla crisi alimentare che sta colpendo il mondo.
AsiaNews ha incontrato Kumara dopo il Forum organizzato dalla Fao il 12 e 13 ottobre sul tema “Come sfamare il mondo nel 2050”. Il segretario del Wffp vi ha preso parte in qualità di esperto insieme a studiosi e specialisti dell’ambiente a cui l’organismo Onu ha chiesto contributi, informazioni e suggerimenti in vista del summit mondiale sulla sicurezza alimentare in programma a Roma a metà novembre. Kumara è perplesso sui risultati del Forum, ma ancor di più sui progressi compiuti dai programmi della comunità internazionale.
Che sensazione ha ricavato dall’incontro alla Fao?
Ci sono segnali che indicano che le cose non vanno nel giusto verso. Interventi di esperti fatti nel passato a favore di una agricoltura e di una pesca sostenibile sono stati trascurati. C’è per esempio un rapporto redatto tra 400 specialisti di diversi Paesi che si chiama International Assessment on Agricultural Knowledge, Science, Technology and Development (IAASTD). Questo documento contiene molti punti importanti legati alle ricadute negative della crisi alimentare mondiale. Questi esperti affermano che piccoli agricoltori, pescatori artigianali, allevatori e pastori dovranno sfamare il mondo entro il 2050. Ma negli alti livelli decisionali non ci sono particolari riferimenti a questi temi nonostante i rappresentanti della società civile ne abbiano più volte sottolineato l’importanza.
In che termini lo Sri Lanka è toccato dal problema della sicurezza alimentare?
Come afferma la Fao, oltre un miliardo di persone soffrono la fame oggi. L’Asia del sud è la regione con le più alte percentuali di malnutrizione e denutrizione: circa 560milioni di persone. Lo Sri Lanka vive in questa crisi. Anche i pescatori e gli agricoltori sono minacciati da questo processo globale e la cosiddetta “Green and Blue revolution”, che ha toccato agricoltura e mari, ha creato l’attuale situazione di insicurezza alimentare mondiale. La popolazione ha bisogno di un modo di produzione sostenibile. Deve avvenire un radicale cambiamento del modo di pensare la produzione. Questo è ciò che abbiamo sottolineato al forum della Fao.
Qual è la situazione del Paese?
Nello Sri Lanka i piccoli coltivatori ed anche i pescatori dicono che abbiamo bisogno di un’agricoltura sostenibile: produzione di latte, società di pesca….. Ma il nostro governo sta sposando i programmi delle compagnie che producono fertilizzanti e delle industrie chimiche. Per cui avremo piani dettati dalle multinazionali e non dai piccoli produttori. Questo è molto negativo anche perché il cambiamento climatico sarà accelerato dalla diffusione di questo tipo di pratiche.
Cosa fa il Wffp per intervenire in questa situazione?
Abbiamo incoraggiato una pesca sostenibile e politiche in materia che rispondessero alla crisi alimentare del Paese. Promuoviamo i piccoli pescatori, la gestione delle acque, l’uso equo delle risorse marine. Il problema è che il governo non ci ha dato abbastanza retta e non vede la possibilità di stare ad ascoltare persone come noi.
Difesa dell’ambiente e lotta ai cambiamenti climatici: quanto sono cruciali questi temi?
Oggi, la tutela di ambiente, risorse naturali, biodiversità e clima è un prerequisito per ottenere autonomia alimentare e rispondere al diritto di un’adeguata alimentazione per tutti, adesso ed in futuro. Per cui è cruciale che produzione, distribuzione e consumo non esauriscano e contaminino le nostre la natura e le sue risorse, terreni, aria ed acque.
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