Pellegrinaggio dell’haj: il governo continua a bloccare i fedeli turkmeni
Da anni il viaggio alla Mecca viene consentito a pochissimi fedeli, seppure il Paese sia a maggioranza islamica. Nonostante le promesse di maggior libertà, potranno andare meno di 200 pellegrini, tra cui diversi funzionari della polizia segreta.
Ashgabat (AsiaNews/F18) – Il Turkmenistan non mantiene la promessa di consentire ai propri cittadini di partecipare al pellegrinaggio dell’haj alla Mecca, che inizia il 18 dicembre. L’agenzia Forum 18 denuncia che potranno andare solo 188 pellegrini.
L’Arabia Saudita -che fissa il numero limite dei pellegrini per ogni Paese per evitare un eccessivo affollamento- ha indicato una quota di 5mila, ma Ashgabat ha organizzato solo un volo aereo e limitato il numero a 188. Lo stesso numero del 2006 e del 2005, anche allora i passeggeri di un solo aereo. I partecipanti sono “selezionati con attenzione dal governo” ed occorre l’approvazione del Gengeshi (Consiglio) per gli Affari religiosi. Tra i pellegrini, quest’anno ci sono il ministro per la Sicurezza statale e diversi funzionari di questo vero corpo di polizia segreta.
Da anni il Turkmenistan giustifica lo scarso numero di pellegrini con l’alto costo del viaggio. Questo volo è pagato dallo Stato ed è sottolineato che il presidente Kunrbanguly Berdymukhamedov ha concesso il viaggio gratis. Ma alte sfere del governo avevano promesso che chiunque avrebbe potuto compiere il viaggio a proprie spese. Secondo Forum 18, fonti del ministero iraniano per Strade e trasporti hanno offerto la possibilità di attraversare l’Iran in pullman per andare alla Mecca.
I musulmani debbono compiere il pellegrinaggio dell’haj almeno una volta nella vita. Ma da anni il Turkmenistan rilascia pochissime autorizzazioni per cui la maggior parte della popolazione del Paese, a grande maggioranza islamica, non ha potuto farlo. Lo scorso aprile il pellegrinaggio (c.d. dell’umra, ritenuto “meno importante” dell’haj) è stato fatto da Berdymukhamedov, con gran risalto sulla tv di Stato che il 14 aprile ha ricordato che è “obbligatorio per ogni islamico”. Anche con il nuovo presidente, al potere da meno di un anno, il governo non consente libertà di movimento ed occorre il permesso per andare all’estero.
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