Pellegrinaggio alla Mecca, segno di libertà e di fuga
Baghdad (AsiaNews) Il Pellegrinaggio alla Mecca, uno dei cinque doveri di ogni musulmano, inizia questo anno a febbraio. In tutto l'Iraq, la gente si affolla a registrarsi nelle moschee con la speranza di poter essere sorteggiata. La quota stabilita per l'Iraq dalle autorità Saudite prevede 300 mila fedeli, e sono già 200mila gli iracheni scelti a sorte che hanno ottenuto il passaporto.
Sotto il vecchio regime, ai fedeli era stato negato questo diritto religioso: era permesso soltanto alle persone anziane, con familiari in Iraq come garanzia per un ritorno in patria dei pellegrini. Ora tutti hanno la libertà di andarci, ma a causa delle quote fissate dall'Arabia Saudita, è molto difficile convincere la gente che non tutti potranno parteciparvi.
La libertà religiosa riconquistata fa letteralmente invadere gli uffici dei passaporti.
La difficoltà di scegliere chi avrà diritto a recarsi alla Mecca è stata risolta attraverso un sistema in cui si sorteggiano i nomi dei richiedenti. Per accelerare le pratiche i funzionari stanno pensando di emettere non dei passaporti, ma semplici lasciapassare validi solo per un viaggio in Arabia Saudita.
Anche il pellegrinaggio ha qualche elemento da racconto giallo.
Khodr Hassan, vice comandante dell'Unione Patriottica del Kurdistan nell'Iraq settentrionale, ha rivelato l'esistenza di " informazioni attendibili riguardante 7 capi del Partito Ba'ath vicini ad Ezzat Ibrahim Al-Duri, pronti a andare in Arabia Saudita, usando il pellegrinaggio alla Mecca come copertura, per preparare il trasferimento segreto [di Ezzat Ibrahim] nel paese". Ezzat Ibrahim Al-Duri è uno dei massimi ricercati del vecchio regime, ex braccio destro di Saddam Hussein. Sulla sua testa pende una taglia di 10 milioni di dollari
Secondo le informazioni di Khodr Hassan, i 7 falsi pellegrini si recherebbero da Kirkuk alla Mecca con passaporti falsi e con un'ingente somma di denaro.(PB)
13/08/2019 08:56