Pechino: tolleranza zero contro gli espropri illegali di terre
Puniti decine di funzionari responsabili di espropri illegali o ingiusti. Ma spesso occorre scendere in piazza per attirare l’attenzione delle autorità superiori. A Lufeng tregua tra dimostranti e autorità, dopo giorni di proteste e scontri.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Pechino ha punito 57 funzionari governativi responsabili di illegittime requisizioni di terreni e demolizioni forzate. Intanto a Lufeng (Guangdong) le autorità promettono “una seria indagine” e ottengono così una tregua con le migliaia di residenti che protestano in piazza da una settimana.
L'agenzia statale Xinhua riferisce che 31 funzionari sono sotto “indagine penale” in relazione a 11 casi di espropri forzati che hanno causato violente proteste di piazza nei primi 6 mesi del 2011. In 6 casi gli espropri sono stati del tutto “illegali”, mentre negli altri 5 sono stati eseguiti “in modo sbagliato”.
Nel Paese scoppiano ogni anno oltre 180mila proteste di massa per ragioni economiche, in molti casi la popolazione accusa i funzionari locali di espropriare le loro terre senza dare equi indennizzi e a esclusivo vantaggio di costruttori e imprenditori, anche facendo intervenire la polizia o bande di picchiatori per cacciare i contadini. A marzo a Changchun (capitale del Jilin) una donna di 48 anni è stata uccisa durante un esproprio coattivo.
Esperti osservano che questi 11 casi, nei quali violente proteste di piazza hanno suscitato l’attenzione di Pechino, sono solo la “punta di un iceberg” rispetto ai numerosi espropri senza adeguato indennizzo, che portano grandi vantaggi a imprese, costruttori e governi locali e che il vero problema è la mancanza di tutela legale ordinaria per chi subisce espropri.
Chi protesta chiede solo giustizia. Migliaia di abitanti del villaggio di Wukan (Lufeng nel Guangdong) sono scesi in piazza l’intera settimana scorsa (nella foto), anche devastando la stazione di polizia e altri uffici pubblici e bloccando l’autostrada, in protesta contro l’esproprio senza indennizzo di centinaia di ettari di terre agricole, essenziali per la loro sussistenza, destinate a costruire fabbriche. Dopo giorni di scontri e dopo che la protesta è comparsa sui media, ora il governo di Lufeng (1,7 milioni di abitanti) ha promesso “serie indagini” e una eventuale elezione democratica per sostituire i dirigenti locali, tra cui Xue Chang, Segretario del Partito comunista da 39 anni. I dimostranti hanno promesso di collaborare e non compiere azioni “troppo drastiche”.
La protesta si stava propagando nella zona. Nel vicino villaggio di Longtou i residenti hanno abbattuto le recinzioni intorno a 40 ettari di terra agricola da cui erano stati cacciati di recente.
L'agenzia statale Xinhua riferisce che 31 funzionari sono sotto “indagine penale” in relazione a 11 casi di espropri forzati che hanno causato violente proteste di piazza nei primi 6 mesi del 2011. In 6 casi gli espropri sono stati del tutto “illegali”, mentre negli altri 5 sono stati eseguiti “in modo sbagliato”.
Nel Paese scoppiano ogni anno oltre 180mila proteste di massa per ragioni economiche, in molti casi la popolazione accusa i funzionari locali di espropriare le loro terre senza dare equi indennizzi e a esclusivo vantaggio di costruttori e imprenditori, anche facendo intervenire la polizia o bande di picchiatori per cacciare i contadini. A marzo a Changchun (capitale del Jilin) una donna di 48 anni è stata uccisa durante un esproprio coattivo.
Esperti osservano che questi 11 casi, nei quali violente proteste di piazza hanno suscitato l’attenzione di Pechino, sono solo la “punta di un iceberg” rispetto ai numerosi espropri senza adeguato indennizzo, che portano grandi vantaggi a imprese, costruttori e governi locali e che il vero problema è la mancanza di tutela legale ordinaria per chi subisce espropri.
Chi protesta chiede solo giustizia. Migliaia di abitanti del villaggio di Wukan (Lufeng nel Guangdong) sono scesi in piazza l’intera settimana scorsa (nella foto), anche devastando la stazione di polizia e altri uffici pubblici e bloccando l’autostrada, in protesta contro l’esproprio senza indennizzo di centinaia di ettari di terre agricole, essenziali per la loro sussistenza, destinate a costruire fabbriche. Dopo giorni di scontri e dopo che la protesta è comparsa sui media, ora il governo di Lufeng (1,7 milioni di abitanti) ha promesso “serie indagini” e una eventuale elezione democratica per sostituire i dirigenti locali, tra cui Xue Chang, Segretario del Partito comunista da 39 anni. I dimostranti hanno promesso di collaborare e non compiere azioni “troppo drastiche”.
La protesta si stava propagando nella zona. Nel vicino villaggio di Longtou i residenti hanno abbattuto le recinzioni intorno a 40 ettari di terra agricola da cui erano stati cacciati di recente.
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