Pechino: le esecuzioni capitali rimangono segreto di stato
Pechino (AsiaNews/agenzie) - Il governo cinese ha difeso la sua politica di non rendere pubblica alcuna statistica riguardo al numero di persone che vengono condannate a morte ogni anno; nello stesso tempo ha insistito che la Cina sta diventando sempre più trasparente.
Ieri, all'incontro settimanale con la stampa, alla signora Zhang Qiyue, portavoce del Ministero degli Esteri è stato chiesto perchè la Cina diffonde informazioni sull'influenza aviaria e sull'uccisione dei polli, ma non dice mai nulla sugli esseri umani che vengono uccisi con la pena capitale ogni anno. Zhang Qiyue ha risposto che mettere in relazione le due cose era "inappropriato". "Mantenere o no la pena di morte, dipende dalla situazionedi una nazione", ha affermato Zhang Qiyue. "Mantenere o no tale sistema dipende dalla valutazione di quanti benefici esso porta allo sviluppo della nazione, sia dal punto di vista economico che della stabilità sociale".
Zhang Qiyue ha rifiutato di spiegare perchè la Cina non rende pubbliche le statistiche sul numero totale di esecuzioni capitali, sebbene talvolta pubblica notizie sulla condanna di alcuni individui, come burocrati corrotti o trafficanti di droga.
"Non tocca a me rispondere alla questione sollevata" ha detto la signora Zhang. "Ma penso che la Cina abbia fatto grandi progressi sulla trasparenza dell'informazione".
La Cina è il primo paese al mondo per l'uso della pena capitale, ma il numero delle sentenze e delle esecuzioni è gelosamente custodito come un segreto di stato.
L'organizzazione per i diritti umani Amnesty International ha affermato che nel 2003 ufficialmente vi sono state 1060 esecuzioni capitali, ma il loro numero è molto più alto.
"Nessuno tocchi Caino", un gruppo internazionale opposto alla pena di morte, stima che nel 2002 in Cina vi sono state oltre 3 mila esecuzioni.
Ieri il governo cinese ha annunciato che per combattere l'epidemia di influenza aviaria, sono stati uccisi 1,2 milioni di polli.
17/01/2004