Pechino “poco felice” per la dedica di Elton John ad Ai Weiwei
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Il ministero della Cultura cinese ha definito "poco felice" la scelta compiuta ieri dal cantante inglese Elton John, che ha deciso di dedicare il proprio concerto di Pechino al noto dissidente Ai Weiwei. In una nota, il dicastero ha dichiarato di essere "scontento" dell'avvenuta dedica ma ha ammesso tuttavia che "al riguardo non si può fare molto, visto che Elton John è un musicista molto popolare".
Durante l'esibizione davanti a oltre 12mila spettatori nella Wukesong Arena, il palazzetto dello sport dove nel 2008 si svolse il torneo olimpico di basket, il cantante inglese ha detto che il suo spettacolo era dedicato al 55enne designer e icona dell'opposizione al regime comunista che "ho incontrato poco prima di salire sul palco".
"Non me ne aveva fatto parola - ha dichiarato Ai, che ha seguito il concerto con il figlio minore - e non credo che il governo ne sarà contento. Ma non possono farci molto, Elton John è un cantante molto popolare, che esercita una grande influenza".
Il dissidente è un noto architetto, che ha contribuito a disegnare lo stadio olimpico "Nido di rondine". Le sue posizioni critiche contro il regime comunista lo hanno però fatto divenire un simbolo della dissidenza provocandone, nel 2011, un arresto improvviso e senza motivo durato 81 giorni.
Ritornato in circolazione, è stato processato per evasione fiscale: il processo è stata una farsa indirizzata verso il suo studio, che si è conclusa con una multa pari a quasi 1,9 milioni di euro e il divieto di espatrio per un anno. Al momento vive in una sorta di arresto domiciliare, anche se può muoversi e pubblicare su internet con una cera libertà.
Per quanto riguarda Elton John, non è detto che sia finita così. Il regime cinese ha infatti la possibilità di vendicarsi in un secondo momento come quando, nel 2008, la cantante islandese Bjork approfittò di uno show a Shanghai per intonare "Tibet, Tibet, ribellati!". Le autorità della Repubblica Popolare reagirono negando per anni il permesso di esibirsi a numerosi artisti occidentali.