Pechino vuole attuare maggiore giustizia sociale, per prevenire le proteste
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il governo ammette che per prevenire le proteste pubbliche occorre intervenire sulle cause, assicurando maggiore giustizia sociale e il rispetto dei diritti civili. Intanto a Longnan (Gansu) le autorità cercano il dialogo con i dimostranti, ma compiono anche degli arresti.
Ieri in una conferenza ,Zhou Yongkang, ex ministro della Pubblica sicurezza e dal 2007 tra i 9 membri del Politburo del Comitato permanente, ha raccomandato di “fare quanto possibile per aiutare la popolazione rurale a risolvere i suoi problemi e migliorare le condizioni di vita. Solo così possiamo fermare le proteste sociali sul nascere”. Anche se ha poi aggiunto che occorre pure “rinforzare le forze di sicurezza nelle zone rurali, colpire i criminali e punire chi mette in pericolo la stabilità sociale”.
Nel Paese crescono le proteste, specie nelle zone rurali, con migliaia di persone che scendono in piazza contro ingiustizie sociali di ogni tipo, spesso causate dalla diffusa corruzione di autorità locali. La situazione rischia di esplodere con i milioni di lavoratori migranti che stanno perdendo il lavoro per la recessione mondiale e le minori esportazioni e che rischiano di trovarsi senza sostentamento.
In questa ottica Xu Shousheng, governatore del Gansu, ha incontrato una rappresentanza dei cittadini di Wudu, espropriati della casa dal 2006 che ancora non ricevono le nuove abitazioni promesse. La loro protesta ha innescato manifestazioni di piazza a Longnan. La polizia è intervenuta con violenza contro i primi gruppi di persone, ma ha ottenuto solo di scatenare 2 giorni di duri scontri, con migliaia di persone (2mila per la polizia, 20mila per fonti locali) che hanno distrutto auto in sosta (nella foto) e uffici pubblici, 71 poliziotti feriti e 5 milioni di yuan di danni.
Xu ha assicurato ai cittadini che Pechino prevede grandi investimenti nella zona e che saranno esaudite le loro richieste. Intanto, però, la polizia ha arrestato 30 dimostranti e sono stati oscurati molti siti internet che parlavano degli scontri.