05/09/2011, 00.00
CINA-IRAN
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Pechino teme le sanzioni e “molla” Teheran

La Cina avrebbe cambiato rotta nei rapporti energetici con l’Iran e, per timore di rappresaglie da parte degli Stati Uniti, ha iniziato a rallentare la cooperazione per lo sviluppo petrolifero sul territorio di Teheran.
Pechino (AsiaNews) - La Cina ha rallentato negli ultimi mesi i suoi investimenti nel settore petrolifero dell’Iran e ha imposto un freno ai lavori delle sue compagnie impegnate a sviluppare il settore, nel tentativo di attirarsi le simpatie di Washington e di evitare sanzioni contro le sue imprese energetiche. Lo scrive la Reuters in un servizio esclusivo, citando quattro dirigenti di imprese energetiche di Pechino che hanno chiesto di rimanere anonimi.

La posta in gioco è altissima per l’Iran, dato che la Cina è una delle poche potenze internazionali in grado di fornire i miliardi di dollari di investimenti dei quali Teheran ha bisogno per mantenere in funzione il suo strategico settore petrolifero. Il rallentamento degli investimenti cinesi in Iran è da attribuire almeno in parte agli sforzi fatti da Pechino dalla fine del 2010 per far scemare la tensione nei rapporti con l’amministrazione Obama.

Il vicepresidente Joe Biden ha sollevato il problema durante la sua recente visita in Cina, ha detto alla Reuters la portavoce della Casa Bianca Caitlin Hayden. Teheran, da parte sua, si è accorta di quello che sta succedendo e ha ammonito le imprese cinesi a procedere con i progetti nel settore dell’energia. Non ci sono segni che la Cina voglia rischiare di rovinare le proprie relazioni con Tehran, ma i rapporti potrebbero diventare più tesi e difficili da gestire.

Apparentemente le imprese cinesi sperano di poter mantenere i loro rapporti con l’Iran a un livello intermedio: non abbastanza freddi da rischiare una rottura, ma non abbastanza caldi da rischiare sanzioni da Washington. Tuttavia, secondo una fonte anonima all’interno del Congresso americano, “i cinesi stanno mandando dei segnali abbastanza chiari. Non lo possono dire in maniera pubblica, ma hanno fermato i nuovi contratti previsti”.

Un esempio viene dalla Sinopec Group – la seconda azienda per estensione nel campo dell’energia – che secondo fonti di Pechino ha lavorato più di ogni altro nei campi petroliferi iraniani: dopo il cambio di politica da parte del governo centrale, ha rallentato (arrivando quasi a fermare del tutto) le esplorazioni e lo sviluppo della zona di Yadavaran.
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