Pechino si aggrega alle forze navali contro i pirati somali
La marina cinese si affiancherà a quella della Nato, dell’Ue, degli Usa e della Lega araba. La leadership è a rotazione. La Cina pensa di stabilire basi permanenti all’estero. I timori dei Paesi del sud-est asiatico.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina ha deciso di aggiungersi alle forze navali che combattono i pirati somali nell’Oceano Indiano e nel golfo di Aden.
Finora Pechino aveva tentato solo di proteggere le sue navi e container; ora sarà insieme ad altri Paesi nel Contact Group on Piracy off the Coast of Somalia (CGPCS), che proteggono un corridoio marino nella zona ovest dell’oceano Indiano, dove avvengono con più frequenza gli attacchi dei pirati.
Il gruppo comprende diverse forze Nato, dell’Unione europea, degli Stati Uniti, della Lega araba. La leadership è a rotazione.
La decisione di Pechino sembra essere causata dall’ultimo sequestro di una nave cinese e relativo rapimento di 25 persone dell’equipaggio lo scorso ottobre. La loro liberazione è avvenuta in dicembre dopo il pagamento di un riscatto di 3,5 milioni di dollari Usa.
Il mese scorso, sul sito del ministero cinese degli esteri è apparsa un’intervista all’ammiraglio Yin Zhuo, che suggeriva di aprire delle basi permanenti della Cina all’estero. La proposta è vista con sospetto dai Paesi del Sud est asiatico, in conflitto con Pechino per la sovranità delle isole Spratlys, al largo del Mar Cinese meridionale, anch’essa infestata da pirati.
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