Pechino sfrutta la guerra in Ucraina per comprare petrolio scontato da Mosca
Una sfida alle sanzioni imposte dall’Occidente per l’aggressione russa a Kiev. Da gennaio a maggio acquisti di greggio russo saliti del 40% in Cina. I cinesi pagano 35 dollari in meno al barile rispetto agli europei. Con la crisi economica in corso è difficile stabilire se Pechino riuscirà a compensare i mancati acquisti di petrolio russo della Ue.
Pechino (AsiaNews) – La Cina compra più petrolio dalla Russia e lo fa sfruttando gli effetti della guerra in Ucraina. Le restrizioni alle importazioni di greggio russo adottate da Stati Uniti, Unione europea e i loro alleati hanno ridotto la platea di compratori, obbligando Mosca a praticare prezzi più bassi per partner come Pechino e l’India.
Secondo la società di analisi Refinitiv, lo scorso mese i cinesi hanno acquistato 800mila barili al giorno di greggio russo trasportato via mare: un aumento del 40% rispetto a gennaio. Per la Cina si tratta di un cambio di direzione, dopo una prima fase in cui è sembrata attenta a non violare le misure punitive imposte dall’Occidente al Cremlino. Usa e Ue hanno ripetuto più volte che ci saranno conseguenze se Pechino aiuta i russi ad aggirare le sanzioni.
La Cina, come altri Paesi asiatici, può comprare petrolio russo a un prezzo tra i 90 e i 94 dollari al barile, ben più basso dei 125 del Brent, il riferimento internazionale usato nel mercato europeo. Gli sconti per il momento non danneggiano Mosca, dato che il costo del suo greggio è comunque cresciuto del 30% da inizio anno. Dai calcoli dell’Agenzia internazionale dell’energia risulta che da gennaio ad aprile le entrate russe dalla vendita di petrolio sono cresciute del 50%. E lo stesso discorso vale per l’export di carbone.
I russi possono contare anche sulle triangolazioni commerciali per superare i divieti occidentali e vendere “indirettamente” nella Ue. Rimane da vedere se con questi stratagemmi, e con l’aiuto di Cina, India e altri Paesi in via di sviluppo, la Russia riuscirà a compensare le perdite dal lucroso mercato europeo.
Entro i prossimi 6-8 mesi la Ue ha promesso di tagliare l’import di petrolio russo del 90%. Nel 2021 la Russia ha venduto in Europa più di metà del greggio che ha esportato: 2,2 milioni di barili al giorno diretti nei Paesi Ue, a cui si devono aggiungere 1,2 milioni di barili giornalieri di prodotti raffinati. Nel calcolo va considerato anche un 10% di export destinato agli Usa.
La quota cinese di export petrolifero russo è stata del 22%. Nel complesso a maggio la Cina ha importato dalla Russia 1,7 milioni di barili al giorno. Coprire la quota europea sembra difficile, anche con il potenziamento del porto di Kozmino, nell’Estremo oriente russo. Molto dipenderà dalla capacità cinese di riprendersi dalle recenti ondate di Covid-19 e relativi lockdown, che hanno assestato un duro colpo all’economia nazionale.
21/06/2022 08:52
28/07/2022 10:23