Pechino sfonda tutti i record di inquinamento
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Gli sforzi e le campagne "verdi" del regime comunista sono destinate a rimanere sulla carta: nonostante i moniti e le alternative proposte dal governo, infatti, il livello drammatico di inquinamento raggiunto in alcune città cinesi continua a salire. E il dato - che a Pechino raggiunge livelli record - viene sempre meno tollerato dalla popolazione, che su internet e persino sui media tradizionali esprimono la propria irritazione.
I numeri parlano da soli. Secondo le indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità, la concentrazione di particelle inquinanti (le Pm 2.5) non dovrebbero superare i 25 microgrammi per metro cubo. Se superano i 100 microgrammi, l'aria viene definita "non salutare"; dopo i 300, bambini e anziani dovrebbero evitare di esposi nel respirare l'aria inquinata. Ieri i dati ufficiali dell'ufficio meteo di Pechino davano oltre 400 microgrammi per metro cubo, mentre dati derll'ambasciata americana nella capitale cinese segnavano oltre 800.
La qualità dell'aria non è più un argomento tabù. Il Quotidiano del Popolo, giornale ufficiale del Partito, titola oggi in prima pagina: "Per costruire una Cina fiorente bisogna iniziare dal respirare sano". Anche il China Daily appoggia la campagna, e in un editoriale scrive: "L'inquinamento atmosferico preoccupa sempre di più i cinesi e il dibattito crescente sulla questione è salutare. In pieno processo di urbanizzazione è urgente per la Cina riflettere su come proseguire su questa strada senza che la qualità della vita quotidiana venga compromessa".
La televisione di Stato Cctv continua a consigliare di non utilizzare la bicicletta per gli spostamenti a Pechino, dove la visibilità continua ad essere molto limitata. Per il Global Times "se continuiamo su questa strada, i danni a lungo termine saranno gravi. L'inquinamento si aggrava in Cina e le misure prese sembrano incapaci di fermare l'emergenza".
La Cina, seconda economia al mondo e primo mercato automobilistico nel pianeta, non riesce a gestire la questione perché attenta soprattutto alla crescita economica. In nome del Pil, infatti, il regime ha scelto di privilegiare un parco industriale molto inquinante, un traffico stradale e aereo in costante espansione e, soprattutto, una politica ambientale quasi inesistente. Oltre il 70% dell'energia del Paese deriva dalla combustione di carbone, molto inquinante, e non esistono regolamenti efficaci contro gli scarichi industriali.