29/12/2007, 00.00
CINA – HONG KONG
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Pechino ritarda la democrazia di Hong Kong: “forse” nel 2017

L’Assemblea nazionale del popolo pospone al 2017 la possibilità di elezioni del capo dell’esecutivo; al 2020 quelle del parlamento. Per il card. Zen, già il 2012 è “un’attuazione in ritardo”. I commenti di Giustizia e pace. Marcia di protesta prevista per oggi.

Hong Kong (AsiaNews) – Grande disappunto per le forze democratiche e per lo stesso cardinale di Hong Kong: Pechino ha escluso la piena democrazia nel territorio per il 2012, che “forse potrebbe” scegliere il capo dell’esecutivo nel 2017 ed avere il suffragio universale per il 2020, a 30 anni dalle prime richieste della popolazione, avvenute nel 1988.

Il comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo (Anp), che dal 2004 ha avocato a sé ogni decisione di riforma politica del territorio, ha decretato oggi che le elezioni del 2012 “non avverranno secondo il metodo del suffragio universale”; che l’elezione del capo dell’esecutivo nel 2017 “potrebbe essere attuato col metodo del suffragio universale”; che dopo l’elezione del cap dell’esecutivo, quelle del Consiglio legislativo (Legco, il parlamento di Hong Kong) “potrebbero avvenire col metodo di elezione di tutti i membri col suffragio universale”.

La decisione dell’Anp ricalca i “suggerimenti” contenuti in un rapporto sulle riforme politiche ad opera dell’attuale governatore di Hong Kong, Donald Tsang. In esso si afferma che la maggioranza della popolazione di Hong Kong vuole elezioni dirette entro il 2012, ma che la data del 2017 ha “più possibilità di essere accettata” [da Pechino e dagli imprenditori economici legati a Pechino].

Attualmente il capo dell’esecutivo è scelto da un comitato di 800 elettori in maggioranza scelti da Pechino; dei 60 membri del Legco, solo la metà è scelta per elezioni dirette; l’altra metà è scelta da corporazioni economiche.

La decisione – prevista e scontata – di Pechino genera forte disappunto nelle forze democratiche del territorio. Audrey Eu, del Civic Party, fa notare che Pechino non ha promesso nulla di preciso: “se dici che potresti avere il suffragio universale, non vuol dire che questo avverrà… Ci potrebbe essere un ulteriore veto”.

I gruppi democratici hanno lanciato una marcia di protesta per oggi.

Intanto, proprio ieri il card. Joseph Zen, vescovo di Hong Kong, citato dal quotidiano Apple Daily, aveva detto che la popolazione ha chiesto da tempo il suffragio universale nel 2007 (per il capo del governo) e nel 2008 (per il Legco). La data del 2012 è già “un’attuazione in ritardo”.

La Commissione diocesana di Giustizia e pace, in un articolo sul settimanale diocesano Gong Jiaobao, fa notare che la popolazione di Hong Kong ha iniziato a domandare la piena democrazia fin dal 1988; ora la gente dovrà aspettare altri 10 anni (dal 2007 al 2017). “Perché – si chiede l’autore dell’articolo  - dovrebbe aspettare altri 10 anni? Dal 1988 al 2017 significa che aspettiamo da 30 anni, quasi la metà della vita di una persona!”.

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